mi dispiace per voi

Cosa resterà del Berlusconismo


Come è ben noto anche agli Eschimesi di passaggio da Roma, in Italia il 24 febbraio si vota per il rinnovo delle due camere parlamentari. Pur non essendo questo un blog politico in senso stretto, non riesco ad esimermi in questo importante contesto dallo schierarmi apertamente, come in genere uso fare, e chi mi legge può esserne buon testimone.Dunque, il mio cuore batte a sinistra. Intuibile per chi voterò. Non credo abbia mai avuto grandi dubbi in merito, men che meno questa volta. Il problema vero non è scegliere fra due o tre schieramenti diversamente colorati o fra un paio di opposte culture economiche; non entro nel merito di dottrine che richiederebbero ben più mirate conoscenze. Mi auguro semplicemente una ingloriosa fine del Berlusconismo di ritorno, sepolto non da qualche condanna giudiziaria ma da una valanga  di voti, liberi e speriamo poco condizionati dalla vomitevole profusione parolaia servita nei vassoi d’argento della sua stampa prezzolata, da camerieri in livrea che qualcuno con il senso dell’umorismo ben spiccato, ancora si ostina a chiamare giornalisti. Nonostante i recenti problemi nel suo schieramento, il Berlusconismo non è morto, anzi... Sopravviverà al suo padrone anche quando scomparirà il suo partitucolo che non reggerà un attimo in più del fondatore-finanziatore. Sopravviverà nel gusto pacchiano di chi lo professa, nella pubblicità nei programmi per bambini, nell'arroganza nel sostenere le proprie idee, nelle leggi ad personam, nelle veline fuori orario, nella spocchia incontrollabile di chi si sente intoccabile, nell'omofobia elevata a sistema, nei falsi bilanci impunibili, nella pratica ormai diffusa, anche fra i ladri di galline, di seppellire ogni processo sotto valanghe di certificati medici. Sopravviverà a lungo, ben oltre la sua, speriamo prossima, sconfitta politica, e questo sarà il vero danno arrecato al Paese. Se ci vorranno anni per sanare il dissesto finanziario lasciato in eredità a chi lo ha sostituito, ancor di più ne serviranno, se mai ci riusciremo, per risalire dal baratro dell’inconsistenza morale in cui ci ha precipitati, vera peste dei nostri giorni.