PAROLE ONDEGGIANTI

Angela


Roberta Torre fa di nuovo parlare di sé. Con Tano da morrie aveva, nel suo piccolo, reinventato un genere, successivamente molto apprezzato dagli americani che hanno, in un certo senso, adottato la regista. Sarebbe stato facile, per lei, ripercorrere quella strada: quasi una franchigia, una garanzia di successo. Invece che cambiato direzione. L’ambiente continua ad essere quello della mala siciliana, ma i toni diversi. E’ storia d’amore. Un negozio di scarpe serve da copertura ai soliti traffici di mafia. Angela (Finocchiaro) è benissimo inserita, conosce il lavoro, conosce le regole, ed è legata a un boss. Insomma tutto nella norma, in “quella” norma, dove ci sono regole precise e ferree e se le disattendi sono guai, grossi. A “destabilizzare” arriva Masino (Di Stefano), altro mafiosetto ma particolare, con una sua chiacchiera e un suo sentimento. Lei perde la testa e crede di poter ricominciare rinnegando tutto il resto. Ma proprio non si può. Il film ha ottenuto un buon successo di critica (presentato a Cannes) e anche di pubblico. La Torre, così come Muccino (certo, per contenuti completamente diversi) sta acquisendo i contorni di “autore di culto”. Vedremo.