Post n°5 pubblicato il 16 Maggio 2009 da ninandrea
L'ANALISI di VITTORIO LONGHI
La svolta nella gestione dell'immigrazione e degli arrivi via mare, secondo il ministro dell'Interno Maroni, starebbe in un nuovo modello, tutto italiano, fondato su quello che lui stesso ha definito "il principio del respingimento". Ma, quando riguarda richiedenti asilo, non è ancora chiaro a quali leggi o convenzioni faccia riferimento. Il testo unico Forse si tratta del Testo unico sull'immigrazione del 1998, che all'articolo 10 parla espressamente del respingimento e recita: "La polizia di frontiera respinge gli stranieri che si presentano ai valichi di frontiera senza avere i requisiti richiesti per l'ingresso nel territorio dello Stato". Lo stesso articolo, però, dice anche che le norme "non si applicano nei casi previsti dalle disposizioni vigenti che disciplinano l'asilo politico, il riconoscimento dello status di rifugiato, ovvero l'adozione di misure di protezione temporanea per motivi umanitari". Perciò il Testo unico nazionale rimanda al principio universale del "non respingimento" dei richiedenti asilo, proprio l'opposto di quello invocato da Maroni e contemplato invece dal diritto europeo e internazionale. Le convenzioni internazionali A vietare tassativamente il respingimento di rifugiati o richiedenti asilo sono gli obblighi internazionali che nascono, nello specifico, dalla Convenzione sui Rifugiati del 1951 e dal Protocollo del 1967, dalla Convenzione Internazionale sui diritti civili e politici, dalla Convenzione Onu contro la tortura, dalla Convenzione europea sulla protezione dei diritti umani. Il ministro leghista ha detto che "il respingimento alle frontiere è previsto dalle normative europee" senza precisare quali e senza considerare che tutto il sistema normativo europeo in materia d'asilo si basa sulla convenzione di Ginevra. Quindi, di nuovo, sul principio del non respingimento. Tra l'altro, la convenzione europea sui diritti umani vieta "la tortura, il trattamento disumano e degradante" e la Corte di Strasburgo per i diritti umani applica questo divieto anche nei contesti di respingimento ed espulsione. E neanche si può circoscrivere la questione alle acque di competenza. L'obbligo di non-respingimento non comporta alcuna limitazione geografica - secondo le convenzioni - e si applica a tutti gli agenti statali nell'esercizio delle loro funzioni all'interno o all'esterno del territorio nazionale. A questo proposito, il diritto è ancora più preciso: nel caso di richiedenti asilo che affrontano un viaggio via mare, il non-respingimento si applica all'interno delle 12 miglia di acque territoriali, così come nelle acque contigue, in mare aperto e nelle acque costiere di paesi terzi. Praticamente senza limitazioni. L'accordo con la Libia Inoltre, il rinvio diretto di un rifugiato o di un richiedente asilo verso un paese nel quale teme di essere perseguitato non rappresenta l'unica forma di respingimento. Anche il rinvio indiretto verso un paese terzo - la Libia in questo caso - che potrebbe successivamente rimandare la persona verso il paese di temuta persecuzione, costituisce respingimento. Così facendo, entrambi i paesi sarebbero ritenuti responsabili, cioè sia la Libia che l'Italia. E non risulta che nell'accordo bilaterale con il governo libico l'Italia abbia preteso garanzie del rispetto dei diritti umani, compreso il diritto d'asilo, per le persone che vengono riportate a Tripoli in seguito al pattugliamento delle coste libiche. Tutto questo dimostrerebbe che il principio di respingimento di Maroni non trova alcun fondamento nel diritto nazionale, in quello europeo e in quello internazionale quando si tratta di persone che chiedono protezione. Pertanto non potrebbe essere applicato per rimandare indietro quei migranti che arrivano via mare e che, nel 75 per cento dei casi, sono richiedenti asilo. (9 maggio 2009) |
Post n°4 pubblicato il 16 Maggio 2009 da ninandrea
Fini a Maroni: verificare il diritto d' asilo LIANA MILELLA ROMA - Un colpo da Fini e uno dal Consiglio d' Europa. Uno più duro dell' altro. Contro Maroni e la politica di ributtare in Libia gli immigrati prima di qualsiasi verifica sui possibili diritti d' asilo, indifferente a bambini e donne incinte. Con il ministro dell' Interno resta quello degli Esteri Frattini («Attuiamo le norme europee»), ma anche chi, tra gli ex di An come La Russa e Ronchi, mal vede le aperture umanitarie del presidente della Camera. Alla vigilia della fiducia a Montecitorio sul pacchetto sicurezza (sarà posta oggi, votata domani e giovedì), la svolta di Maroni continua a dividere la maggioranza, ma anche il Pd. L' interrogativo è uno: l' Italia può respingere in Libia gli stranieri senza verificare se c' è chi avrebbe diritto all' asilo? La Chiesa si è spesa con tante voci per un no netto. Fini l' aveva anticipato subito e ieri l' ha ridetto mentre era ad Algeri per un incontro con il presidente Bouteflika. «Non si può dire che respingere l' immigrato che entra clandestinamente violi il diritto internazionale, ma abbiamo il dovere di verificare se tra i respinti c' è chi ha diritto di chiedere asilo». Soprattutto perché «è noto che in alcuni paesi non vengono rispettati i diritti dell' uomo». È quanto sostengono l' Onu e organizzazioni come Amnesty international e Save the children. Perché non ci siano equivoci, Fini ribadisce: «Un conto è l' immigrato clandestino, un conto chi può chiedere l' asilo». Esulta il segretario di Rifondazione Ferrero perché «dice cose di buon senso, parla da esponente di una destra europea, né fascista né razzista». Fascismo e razzismo che «starebbero nel governo». In contemporanea, a Bruxelles, parla Thomas Hammarberg, il commissario per i diritti umani del Consiglio d' Europa, che ha già bacchettato Maroni per via dei rom e del Cpt di Lampedusa. «Spero che l' Italia non vada avanti con questa politica perché la sua iniziativa mina totalmente il diritto di ogni essere umano di chiedere asilo». E ancora: «Io sono totalmente in linea con la posizione del Vaticano». A bilanciare le sue parole ci sarebbe, ma a dirlo è la sottosegretaria agli Esteri Margherita Boniver, quanto le avrebbe comunicato il commissario Ue per la giustizia Jacques Barrot. Un via libera all' operazione italiana con l' appoggio anche all' ipotesi di aprire in Libia un punto Ue o Onu per gestire i clandestini. Per Hammarberg un' idea non «risolutiva». Respingere o accogliere? Destra e sinistra si dividono. Come nel Pd dove Rutelli è favorevole ai respingimenti («Basta con le ipocrisie»), Franceschini e Bersani contro. E mentre 69 migranti, su un barcone a 70 miglia da Lampedusa (quindi in acque Sar, "search and rescue", maltesi), vengono recuperati dalla nave Spica della Marina militare cui Malta rifiuta l' ingresso in un suo porto. Ne nasce uno scontro, l' ennesimo, tra i due stati. Ma il salvataggio passa in secondo piano perché gli approdi in Italia diventeranno un' eccezione. Lo prova il sostegno che tre ministri, La Russa (Difesa), Alfano (Giustizia) e Ronchi (Politiche comunitarie) dannoa Maroni. Il primo va contro Fini perché «il diritto d' asilo va esaminato solo quando si entra in acque italiane». Il secondo definisce Oggi la fiducia sul pacchetto sicurezza. Divisioni anche nel Pd Rutelli: sui clandestini bisogna superare le ipocrisie della sinistra - LIANA MILELLA |
Post n°3 pubblicato il 02 Maggio 2009 da ninandrea
Vi proponiamo la possibilità di aiutare persone in difficoltà con un aiuto concreto, un dono che deve venire dal vostro animo. Durissimi combattimenti in Sri Lanka hanno costretto oltre 160mila civili ad abbandonare le loro case. Migliaia di famiglie stanno vivendo una situazione drammatica e un inimmaginabile trauma.
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Post n°2 pubblicato il 23 Aprile 2009 da ninandrea
Ciao! Siamo un gruppo di studenti delle classi 5^Y e 5^Z del Marinoni, istituto per geometri di Udine; quest’anno con i nostri insegnanti di diritto e di storia abbiamo approfondito un tema complesso e controverso: quello dei profughi e del diritto d’asilo. Abbiamo cominciato ad affrontare questo argomento, parlando dei profughi italiani della prima guerra mondiale, quelli che fuggirono dal Friuli Venezia - Giulia e da parte del Veneto dopo la ‘rotta’ di Caporetto nel 1917. Abbiamo poi parlato dei profughi istriani esuli dall’Istria e dalla Dalmazia alla fine della seconda guerra mondiale e dei profughi che arrivarono anche in Italia fuggendo dalle guerre interetniche dell’ex Jugoslavia nel corso degli anni ’90. Abbiamo capito che, in tutti questi casi, queste masse di persone non avevano alternative e scappavano, abbandonando le loro case e le loro terre, per avere salva la vita. Abbiamo, poi, analizzato il testo della nostra Costituzione; infatti, nei principi fondamentali, all’articolo 10, la nostra Carta costituzionale che, non a caso, è del 1948, parla del diritto d’asilo e afferma che “lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge”. L’Italia, dunque, in base alla sua Costituzione deve accogliere gli stranieri che nel loro Paese non si vedono riconosciuti i diritti umani fondamentali, quelli di cui noi godiamo. E’ una formulazione molto ampia del diritto d’asilo, più ampia di quella prevista dalla Convenzione di Ginevra del 1951 sui diritti dei rifugiati che, invece, restringe questo diritto solo a chi è perseguitato in patria. Oggi, in Italia, abbiamo finalmente, oltre al testo costituzionale, molto garantista, anche due decreti legislativi del 2007 e del 2008 che definiscono con chiarezza in quali casi e come gli stranieri che arrivano in Italia possono chiedere la protezione del nostro paese. Gli sbarchi di stranieri sulle nostre coste sono quotidiani e drammatici: molti fuggono da paesi in guerra, da violenze ed orrori che noi spesso non riusciamo nemmeno ad immaginare e, forse, vien da dire, è meglio così. Però non possiamo girare la testa ignorandoli o, peggio, pensare di ricacciarli da dove sono venuti, rifiutandoci di capire perché arrivano e cosa può fare un paese democratico come il nostro di fronte a questa emergenza umanitaria. Vorremmo sapere cosa ne pensano altri ragazzi come noi, sia della nostra come di altre scuole e cosa ne pensano insegnanti e genitori. Comunque, ci interessa l’opinione di chiunque voglia dire la sua sull’argomento. Il dibattito è aperto! |
Post n°1 pubblicato il 23 Aprile 2009 da ninandrea
Fra i tanti avvenimenti che hanno contraddistinto la storia dell'uomo, alcuni dei più ricorrenti e drammatici vanno riferiti agli esodi forzati che hanno avuto per protagonisti milioni e milioni di individui, costretti a lasciare i loro rispettivi Paesi d'origine per motivi politici, etnici e religiosi. E l'eccessivo afflusso di profughi provenienti dalle realtà più disastrate del continente europeo ha creato non pochi problemi anche in Italia, per via della sostanziale inadeguatezza delle strutture destinate ad accogliere i nuovi arrivati. Pertanto, dopo aver cercato scampo dalle rovine e dalle catastrofi della guerra , molti profughi restano in una condizione assolutamente precaria, per molti versi simile a quella degli immigrati clandestini e comunque destinata ad un futuro ricco di incognite. |
Inviato da: niko
il 21/05/2009 alle 08:53
Inviato da: CM
il 21/05/2009 alle 08:51
Inviato da: ninandrea
il 19/05/2009 alle 19:48
Inviato da: maria giovanna
il 15/05/2009 alle 12:56
Inviato da: Fornasari N. EFFE
il 03/05/2009 alle 11:03