MARMOTTA

AMICIZIA A PRIMA VISTA


Il mattino del 1° ottobre 1998 c'era un tempo di merda. Pioveva a dirotto e micidiali raffiche di vento sferzavano tutti coloro che avevano incautamente deciso di uscire di casa. Tra cui me, logico, che tuttavia mi sarei gettata anche nel fuoco pur di andare a Castel Sant'Elmo. Vedevo finalmente realizzarsi uno dei miei più grandi desideri: dopo tanto implorare, per la prima volta anche a Napoli avevano organizzato una fiera/mostra/mercato con a tema i fumetti e l'animazione! 
Che può sembrare un desiderio sciocco e infantile per una ragazza di 18 anni, ma che in realtà nascondeva il mio problema di solitudine e un immenso bisogno di trovare qualcuno con cui condividere i prorpi interessi.A quei tempi non era come oggi, che i manga e i cartoni giapponesi sono sdoganati e nessuno ti addita a disadattato sociale se leggi fumetti. A quei tempi leggere questi giornaletti "al contrario" (alcune opere sono pubblicate non ribaltate rispetto all'originale) pieni di violenza e sesso (seh, magari
) era visto con sospetto da genitori e psicologi. Con Sailor Moon diventavi gay, con Dragonball diventavi satanista, e con Ken Shiro ti veniva voglia di lanciare sassi dal cavalcavia. Pregiudizi spesso condivisi anche dai tuoi coetanei, tanto che quando li incontravo per caso sul treno per tornare a casa ero costretta ad occultare il più rapidamente possibile il volumetto che stavo leggendo se non volevo che anche da loro partisse l'ennesima filippica su quanto i fumetti giapponesi fossero brutti sporchi e cattivi.Non potendo quindi condividere quest'interesse con le persone che conoscevo, da qualche tempo mi ero messa a frequentare le varie fiere del fumetto per poter allargare il mio giro di amicizie.Fu a quella fiera, a uno stand che trasmetteva l'11° film di DragonballZ in spagnolo che la vidi. Magrissima, vestita di bianco, con una montatura cobalto che incorniciava i due occhi più azzurri che io avessi mai visto, i corti capelli biondo miele. Accanto a lei provavo una sensazione di familiarità, di intesa, di comprensione. È davvero difficile descrivere l'incontro con quella che da allora è la mia migliore amica, e spero comprenderete come il ricordare queste cose mi emozioni ancora adesso.La cosa che mi convinse ad attaccare bottone fu il fatto che avevamo la stessa espressione e compivamo gli stessi gesti in sincrono. Mi bastarono 10 minuti per scoprire che amavamo entrambe i gatti, gli 883, i manga, la cioccolata, il computer, la lettura, il cinema, gli anni '80, e odiavamo il fumo e un sacco di altre categorie di persone.Presi il suo numero, l'indirizzo e cominciò la nostra amicizia epistolare e telefonica, fatta di luuuuunghe lettere e luuuuunghe telefonate (per la gioia dei nostri genitori) e poi di luuunghe mail, luuuuunghe chattate e chiacchierate fittissime per le strade di Napoli sotto il peso delle miriadi di fumetti e videocassette e CD che da allora ci siamo scambiate.Non era più solo una questione di manga o non manga: avevo trovato una persona che la pensava come me sulle cose importanti, che però non era uguale a me. Quello che di solito si dice di un'amica.E tutto quello che ho scoperto di lei da quella data di 10 anni fa non ha fatto altro che piacermi sempre di più, senza mai deludermi o rabbuiarmi. Senza mai farsi negare nei momenti in cui stavo male o ero disperata, portandomi sempre un souvenir dai posti dove andava in vacanza.E non sono bastati gli anni, i chilometri, i ragazzi, gli impegni, le diversità, i lunghi periodi senza vederci nè sentirci a dividerci. Non abbiamo mai litigato, nemmeno quando il ragazzo che mi piaceva si innamorò di lei. Nemmeno quando lei voeva farmi mollare quel tanghero del mio ex che pisciava nei lavandini, nemmeno quando mi ha regalato una orribile borsetta rosa (che a lei invece sta benissimo, vedi il reciclo del regalo intelligente?
) e nemmeno quando per innumerevoli volte è arrivata in ritardo ai nostri appuntamenti.Non credo che esista al mondo un'altra persona con la quale io possa instaurare un rapporto speciale come quello che c'è tra noi due. E non posso fare a meno di immaginare anche lei nel mio futuro, ovunque le nostre strade ci condurranno.CANZONE DEL GIORNO: Max Pezzali - Siamo io e teNon importa dove andiamo ne quello che si fanon importa con chi usciamo ne che ora si farànon mi sembra neanche vero posso essere me stesso esser sincerosenza alcuno sdoppiamento di personalitàperchè tu ti divertiperchè non dici è tardiperchè tu non mi perdinon mi deludi maiSiamo io e tesiamo noi duesiamo la somma delle nostre ideesiamo io e tesiamo tu ed iosiamo io il tuo bisogno e tu sei il miosiamo qualcosa che sarebbe natodovunque comunque perciò siamo quisiamo io e tesiamo cosìsiamo i due lati opposti identici