Dopo oltre due mesi di degenza, ieri Babbo Marmotto è stato dimesso dall'ospedale.
È uscito con le sue gambe, ancora un po' malferme, ma è uscito! CAMMINA!
Ma anche se non avesse potuto arrivare da solo alla Pequod, ce l'avrei portato io in braccio, perché se è vero che ormai lui aveva il totale disgusto dell'ambiente ospedaliero altrettanto si può dire di Mamma Marmotta e di me.
Ok, non si è ancora ripreso del tutto, gli aspetta una lunga terapia riabilitativa che influenzerà il resto della sua vita, ma almeno non dovrà più rimanere confinato in uno stanzone con altre tre persone a fare a gara a chi sta peggio, con gli infermieri che li trattano come sacchi di patate.
Non sarà più costretto a trascorrere le sue giornate circondato da urla di dolore e disperazione, e dall'odore rancido di quel posto. Un odore fastidioso di cacca rancida, grasso umano stagionato, medicine e cibo ospedaliero.
Già, il cibo, ne vogliamo parlare? Risotti acquosissimi e insipidi, pasta scotta, sugo acido, scaloppine bollite e verdurine surgelate. E poi le mitiche fette biscottate Kakkosky, dall'indubbio potere lassativo.
Eppure, la cosa che mi solleva più di tutte è che non dovrò più vedere LEI. Lei, la madre di uno dei pazienti. Una odiosa vecchietta che avevamo conosciuto nel reparto Ortopedia e che abbiamo nostro malgrado ritrovato a FisioKineTerapia. Odiosa non solo perché la seconda cosa che mi ha chiesto è stata "Quando ti sposi?" (che già sarebbe bastato a farmi venire un istinto omicida
), ma soprattutto perché quando ha incontrato il Colui lo ha innocentemente invitato a mettermi le corna perché "Eh, si sa che l'uomo è cacciatore è la femmina è quaglia... dopotutto prima di sposarti e di avere figli potresti anche divertirti un po'...", tutto questo ammiccandogli con complicità.
E lei avrebbe anche potuto infilare la lingua nel suo colon, no?
Altro motivo per cui non la sopportavo era il suo modo sfacciato di prendersi confidenza. Una volta ha afferrato per la vita un'infermiera e le ha fatto una vigorosa smanacciata di sedere esclamando "eh, tu hai il viso minuto ma il culo grosso!"
Se fossi stata l'infermiera altro che antidolorifico le avrei iniettato, a quest'ora starebbe marcendo nel bidone dei rifiuti biologici ospedalieri assieme alle sacche dei cateteri e alle frattaglie asportate dai pazienti!!
Che poi lei aveva capito che non mi stava simpatica, e rispondeva a tono con quelle mezze frasette che mi facevano venire voglia di usarle violenza gratuita, tipo "Eh, ci sono ragazze più simpatiche e alla mano, e altre che invece se la tirano e pensano che il mondo sia tutto loro...."
Ebbene, cara vecchietta dei miei stivali, un grande saluto a te, ai tuoi nipoti tabagisti, ai tuoi pirottini di lasagne ammuffite, e soprattutto all'azienda ospedaliera Antonio Cardarelli!
E adesso, di corsa a coccolare Babbo Marmotto!
CANZONE DEL GIORNO: Michael Bublè - HomeLet me go homeI’m just too far from where you areI wanna come homeLet me go homeIt will all be all rightI’ll be home tonightI’m coming back home