Hilo rojo

Post N° 159


Grieta-psicodrammi. Per anni mi sono strenuamente impegnata affinché quella strana sorta di paranza umana che si spaccia per la mia famiglia non avesse in alcun modo la possibilità di pronunciare la laconica e perentoria domanda: “Ma perché quest’estate tu ed Arturo non venite a stare qualche giorno da noi in campagna?”. Il pericolo “inverso” è sempre stato scongiurato poiché la famiglia di Artu’, per diversi anni, non ha organizzato alcun tipo di vacanza simil-parentale. Le congiunture astrali(o forse il Fato, o il destino,o la ciorta,oppure la nuvoletta grietese, o la casualità, o ancora le bestemmie di mia madre,oppure il mago Zurlì, o il topolino dei dentini caduti… non lo so) hanno invece stabilito che quest’anno la mistica esperienza della “vacanza di famiglia” dovesse piombare sulla già debilitata noce del collo di Grieta da un doppio fronte. Da un lato sono stata incastrata con un basso trucchetto (mia madre invece di avanzare la proposta a me affinché poi la riportassi ad Arturo, ha rivolto l’invito per trascorrere qualche giorno in campagna-insieme ad un numero non meglio definito di parenti-direttamente ad Artu’ che, vittima del suo complesso del "SonoUnRagazzoAdorabileTuttiMiDevonoAdorare",non ha saputo dire di no). Dall’altro ad incastarmi è stato il senso di colpa (o piuttosto l’incapacità di dire di no ai familiari di Artu’, mamma in primis, che davano per scontato il fatto che avrei passato un po’di tempo al mare con loro durante queste ritrovate vacanze.). E così dopo un meritato soggiorno tra i teutonici Grieta affronterà- dopo anni di studiate latitanze- le temibili ferie familiari. Prima tra i ridenti campi di famiglia, poi tra le azzurre acque del Salento. Avverto un desiderio irrefrenabile di piangere…