Marvelius

San Nicola Arcella


  Ascolto il rumore molesto dei miei passi sulciottolato della stradina che dal  molo porta verso leprime case oltre il porticciolo di San Nicola Arcella.Cammino assorto tra pensieri fumosi mentre la notte mi avvolge con le sue ombre e la  bruma di mare.Le luci dei lampioni sembrano disegnare aria rarefatta eindicarmi un cammino che porta verso solitudini condensatenei vuoti di androni diroccati  e case pulsanti di vita comevestiti ormai desueti, foto di uomini e donne dagli occhineri e penetranti, sguardi persi su un mondo in rovina diun tempo romantico e sfavillante.Ascolto il rumore della risacca alle mie spalle , ondeinfrangersi sugli scogli e la battigia di questo meravigliosotratto di costa.Ho le mani in tasca come se avvertissi i primi freddi algiungere  dell'autunno ma è solo il desiderio di chiudermiin qualcosa che non mi faccia avvertire il tocco lieve del vento.La giacca chiusa in un bottone di madreperla e i capelli arruffaticoncessi al divagare della testa e al soffio di un notturno cheva coprendo col suo manto di tenebra anche le ultime lampareche segnano l'orizzonte sperduto del mare.Alzo la testa sulle case del paese e mille lucine sfavillanti mi penetrano il viso come pagliuzze d'oro e argento che volano nella notte come falene senza una meta. Il corso è un pullulare di vita, gioiosecompagnie di ragazzi scivolano con le loro ombre sui muri di case pittoresche immerse nei profumi di gelsomino e glicine. Mani  si tengono come cordami intrecciati , bocche  si cercano come  primizie da assaporare nei cuori che battono in questa notte d'estasi e incanto, mentre una musica avvolge  i vicoli stretti tra case abbarbicate l'una all'altra come alberi che si contendono le pendici di un monte .
Siedo al tavolino del primo locale che incontro e la musica si fa pressante, una dolce melodia che dal locale si fa strada tra i tavoli all'aperto dove donne dai vestiti colorati  siedono con sguardi sorridenti.Le guardo con curiosità e un misto di interesse e disincanto ma la testa è oltre queste vite e danza sulle note di questa musica che amo come si ama una donna tra i fili della carne e l'essenza della sua anima, sottili corde che pizzicano fin dentro l'intimo midollo dello spirito e cuciono pensieri sempre diversi,  come una torre d'avorio che brilla di luce in mezzo al mare.Più d'una ricambia il mio sguardo che vaga solitario, un sorrisoappena accennato non riesce a farsi spazio sul mio viso trasognante. Accavallano le gambe nei loro vestitini succinti, ne potrei riconoscereorli e svolazzi chiudendo gli occhi e le forme della loro pelle disegnata sotto la loro stoffa o il colore di ciò che resta nell'ombra, custode disegreti e di virtù, ma resto a dondolarmi su quelle note, tra profumiche stordiscono e l'odore del mare che trasporta polvere d'ambra     e salsedine come fosse un sidro d' assenzio .Poi una di quelle donne che siedono di fronte si alza come  punta da una zanzara e  staccandosi dalle altre viene verso di me.
I capelli neri e mossi incorniciano un viso regolare con due occhi vispi che non stanno fermi un attimo, segnati solo da un lieve tratto di  bistro.La sua voce mi entra dentro la testa trasportata dalla musica,mentre osservo le sue labbra tumide e perfette  e la  leggera piegadel naso all'insù. Un lieve smalto di efelidi rende glii occhi unicie la fa sembrare più giovane, ma molti sono gli anni  che ci separanoed io resto a guardarla riempiendomi gli occhi.Non capisco cosa dice ma apro la mia giacca come un invito aproseguire e il bianco della mia camicia sembra rapirle lo sguardo.Poi allunga una mano e mi chiede di ballare, un gesto armoniosocome il battito d'ali di una farfalla che resta ferma sul suo fiorein attesa di suggerne nettari dolcissimi. Vi sono uomini seduti ai tavoli che guardiano di sbieco come a voler intendere con un velo di invidia e coppie che sorridonodi tanta curiosa intraprendenza.Le sue amiche ci fissano divertite e si stringono tra di lorosussurrando come bambine eccitate mentre l'orchestrina sidirige lentamente verso di noi.Rimango incerto e divertito da questa donna col suosvolazzante vestitino come una nuvola  bianca e sanguinante,tacchi da mozzare il fiato di un rosso acceso. La musica ora èintorno a noi così mi alzo con un po' di imbarazzo,  mi abbottonola giacca avvitata e resto immobile nei miei pantaloni stretti,tutto sembra avvolgermi in un manto di tenebra solo la miacamicia dà un tocco di colore alla mia figura. Anche la pelleambrata sotto il sole d'estate sembra un ombra o il cupo risvolto di una maschera di bronzo, così lei sorride e con le dita mi scuote i capelli e quel riso lo sento dentro come se battesse i tasti della mia anima.Poi la  bocca sembra chiudersi come un sipario sul suo teatro eil suo sguardo si fa un po' triste,  sugli occhi sembra calareun velo e le sue pupille dilatate penetrano nelle mie con la forza di urugano.
L'orchestra si allarga e nella piazzetta tutto si fa silenzio mentreballiamo tra gli sguardi irretiti. Movenze misurate esensuali disegnano forme intrecciate e plastiche figure  mentregli occhi bruciano la distanza e si promettono ben altrebattaglie nel cuore di una notte che ha il profumo degli oleandrie il sapore dolce di un melograno...Marvelius