Marvelius

Lucy...Ode Al Mio Signore


  E in questa notte padrona del tempo che volteggio senza pace tra i merli della torre. Poso i miei artigli sugli sbecchi e i dongioni, sfido e rasento le lesene delle muraciclopiche del Suo castello, tra i lampi che rischiarano ilcielo e i tuoni che sconquassano le sue fondamenta.Le fiaccole sono molestate da un vento ghiaccio chescende dai monti d'ostro e sulle reni dei loro crinali siinorgogliscono ruggendo e frustrando ogni filo d'erba,piegando e scuotendo le fronde degli alberi o gli irsutiprateggi delle terre del mio Signore. 
Lui è lì...nel chiuso forziere delle Sue cupe stanze, tra il riverbero delle torce e le tende di tulle, sul Suo letto siedeleggendo lettere d'amore e nei Suoi occhi il brillìò del fuocoche arde nel Suo gelido petto .Lunghi capelli gli ricadono sulle spalle, lo sguardo durocome spigoli di pietra e tenero come la carezza del ventoche sa perdonare.Calde labbra si muovono tra bisbigli di note e letterericamate dagli svolazzi di un pennino mosso da dita gentili,mentre mani forti d'una presa che piegherebbe il metallostringono pergamente antiche come il tempo dei mortali.Lo vedo tra i vetri picchiettati dalla pioggia alzarsi trale Sue ricche vesti, scuri panneggi di seta tra monilid'argento.Gingilli dalle fogge strane l'adombrano come un testimoned'antiche reliquie.Un cinto addome ne esalta il corpo e i muscoli che sitendono come fasci di giunco...è il Mio Padrone ed io la Sua Schiava.Amorevole sono alle Sue carezze e docile piego il capo quando mi guarda con il verde intenso dei Suoi occhi, le mani Sue mi danno il calore che la notte ruba alla mia pelle, i Suoi baci mi danno il respiro che nutre la vita che non è più vita.Ma null'altra vita io chiedo se non questa mille e mille altre volte insieme al mio Signore.Furente è il Suo indomito carattere, come vento  marzialesui boschi resinosi, glaciale è  la Sua natura che sa essere come l'azzurro ghiaccio al di là di terre d'oltremare.Strali i Suoi sguardi che bucano l'aria e i clipei di bronzoma nel Suo petto dimora il  fuoco che arde come nei crogioli di un fabbro. 
Nella Sua calma ritrovo il soffio dell'estate, nelle Sue ditala marea che imbianca, nelle Sue premure il caldo abbracciodella primavera e la Sua voce un suono che scuote la mentefin dentro l'ultima postilla che fa sussultare il mio corpo.Mi seduce col Suo timbro vellutato, il mormorio delle Sueparole è una cascata d'acqua vespertina, i suoi sussurricome acqua di fonte, nettare la Sua bocca che cuce ricamisulla mia pelle e lamina d'oro caldo la Sua lingua che fruganelle mie voglie come una fiera cerca la sua preda.Sa toccare la mia carne il mio Signore, ne cerca ogni tracciacome fosse una terra di conquista, mi sfiora come libri rari e delicati come olio profumato che cura e lenisce le mie cicratrici.Ne sfiora le sporgenze, ne scopre gli angoli e gli spazi piùnascosti, a Lui nulla sfugge che non mi appartenga, nullache Gli appartenga e su cui imprime il Suo sigillo.Mi lusinga con il corpo, mi adula con le parole, mi conquista con la mente, mi possiede con la carne, mi porta sulle cime dei monti e mi precipita negli abissi piu profondi, nelle vertigini della terra mi trascina al calore delle rocce e nel vuoto piu spaventoso mi sostiene come torri svettanti nella tomenta e nella calura.Il Suo tocco penetra la carne e regge i fili della mia anima,li fa vibrare come i Suoi violini nel buio e nella penombra,tra le luci che amoreggiano con le ombre sfila i miei pensierie ne fa merletti, come col crine che Gli piace attorcigliare.Il mio Signore, in fondo, sa essere  tenero come unbambino, curioso e viziato, che cerca le Sue pietre sullaspiaggia e come un Despota ramingo e solitario le trova in fondo al mare come le ossa della terra.Melanconico è il mio Signore nelle notti come questama sa essere il piu allegro Compagno d'avventure,il più prezioso degli Amici,  il piu attento degli Amanti.Tenace è il Suo carattere, ombroso il Suo scrutare, geloso ilSuo possedere, ma possiede con libero dominio, non mi toglie nulla che io non voglia e mi da tutto cio che io possa desiderare. Ma non ho voglie d' altro che del Suo sostare nel mio letto, del Suo corpo intorno al mio, le Sue braccia forti come funame di nave strette sul mio seno , le Sue membra che premono come una morsa  togliendomi il respiro, le Sue gambe che legano i nostri ventri come a fonderli in un abbraccio  immortale... questo voglio e in questo desiderio ardo come fuscelli al sole d'agosto. 
 E' volubile il mio Maestro e a volte incostante, si scalda per nulla e si placa con niente. Ha un orgoglio smisurato e si picca quando non riesce in qualcosa che ogni mortale nemmeno immaginerebbe.Ma io lo amo il mio Signore, ne amo i difetti quanto le virtusconfinate, amo quel Suo piglio accigliato, quel Suo muso daadolescente, i borbottii da mortale, l'infaticabile energia, il guizzo geniale, l'entusiamo che mi conquista, la fiducia smodata nel Suointelletto... Ohhh si io lo amo più di me stessa e oltre ancora.Su un Trono di Spine Lui siede, su un cespo di aghi poggia il capo.Cuspidi  di lancia ne molestano la schiena, eppurenulla sembra turbarlo nelle ombre che lo avvolgono in una notte come questa, dove io so' di non poterlo sostenere.Lo abbandono come Lui vorrebbe nel silenzio dei ricordi,solo con Se Stesso, con i Suoi pensieri che sovrastano il cielo, le emozioni che solcano oceani in tempesta, mentre una musica che scandaglia le profondita del Suo essere si spande  nelle  stanze di questa  torre e arriva fin oltre le mura del Suo castello, oltre questi vetri rigati dalla pioggia che come lacrimenella notte scivolano sulla pelle  per volare via nel vento... Marvelius