Marvelius

Come Rugiada...


Post Dedicato Alfine Ella giunse come velo mosso dal ventosimile alla bruma ghiacciatra le scure vertigini della terra.Ratto fu  il calore nel tocco dell’estateCome tremor che scuote fin l’ultima stella.Come soffio ne carezzai la calda vocenel gentile effluvio d’oltremare.Dei suoi occhi il cielo n’ebbe geloso cennocome specchio che flette al suo rimandoe veste l’algore del suo color la pellee il crine sciolto che tinta l’ombrepur s’agghinda  per sospirar di luce la tenera notte.  
 Ancor pugnala seco l’eco dei suoi dolci lemmila mente mia che scuce fili  di parolee leviga le dure pietre come preziose gemme.Come l’acqua solca l’arsa terracosi dei  passi suoi s’apre la roccia come storta ruga d’una ferita antica. Rosse e carnose lamine gaudentisono le labbra sue come tumide movenzee schiudono come fico in fiornel rosso  fulgore di melograno.Così piego come stallo e poggio di un bianco cippo tra gli acanti fioritiquando dinnanzi Ella mi scorge.E del sorriso suo finanche il mare adusto tra le raminghe onde se ne compiacee volge al timido cospettocome luce del tramonto che cede all’astroche l’ombre fuga e d’argento il piglio all’acque infondetra le mute parole e lo sterminato silenzio …Marvelius