Marvelius

OLTRE LE OMBRE ...


  Era seduto con le gambe incrociate su un candidocuscino imbottito di piume.Ai piedi dei morbi calcesi di camoscio dipinti diverde e nelle mani emaciate un flauto di legno di bamboo.Una tunica scura lo ricopriva fino alle gambe poidelle  brache dello stesso colore lo fasciavanomorbidamente sino alle caviglie nude, una stola biancagli cingeva il fianco e ne slanciava il fisico consumatodalla malattia ma non ancora piegato dal dolore chepativa con stoica dignità.Duri inverni nel buio del suo sguardo rendevano il viso  una maschera scolpita di melanconia e fierezza.La testa ingentilita da una chioma bruna con riflessi viola e striature ramate come le fronde di un acero sul finire dell’autunno.La fronte segnata da rughe scavate da pensieri mai domicome solchi di fiumi di sorgente nel pieno dell’estate.Lei si tolse il cappello e lo tenne tra entrambe le maniin un silenzio composto e nel rispetto che sentiva didonare a quell’uomo cosi orgoglioso che neanchele sue ferite erano riuscite a flettere … lacerti pulsantidi un male che lo avrebbe portato con sé negli oscuricubicoli di un altro tempo, cicatrici che non sarebberoguarite nella sua anima, come piuma che ondeggia inun vuoto rimestato dal vento. 
 Lo guardò con un velo di tristezza e di compassione,scrutò le sue labbra immobili come rive di un marebagnate dalla schiuma e dal mormorio di acque che giungono da lontano raccontando storie perdute nei lampi di vite trascorse nella memoria del tempo  .Il naso dritto e il viso così scarno che la pelle le sembrò trasparente e levigata come ossa imbiancate sotto un sole cocente.Sentì il cuore battere  come un tamburo percosso damazze di cuoio mentre la figura di lui gli appariva  ancora altera e semplice nello stesso tempo, come una statua di un dio silente e un virgulto di cedro proteso al sole fecondo di marzo.Il suo sguardo si posò sui suoi occhi socchiusi sulmomento, un soffio nel crepuscolo  sospeso tra unrespiro leggero e il mantice morbido del petto e nelsilenzio di quell’attimo, da cogliere con la forza diun pensiero che sfiorava  l’eternità, una lacrima si sciolse nel calore delle guance .Poi per un istante vide le sue pupille schiudersi suquel mondo avaro di luce e dentro di lei sentì un nuovo sussulto, un alito di speranza e il cielo squarciarsi sotto la luce di un astro potente che scaccia le ombre della notte.Provò a fissarne i limiti e le profondità nel brillìo dellesue iridi spente dal fato che ne rapiva i colori e ognibarlume d’alba incolore.Restò salda  nello stupore e nel disagio di quegli occhisenza luce, del bianco pallore di quelle vitree perle.Aghi di un dolore malfermo gli si conficcarono nelleviscere e un bruciore molesto prese possesso dellasua carne.Eppure lo sguardo dell’uomo era fiero e senzarimpianti mentre lei sentiva il cuore al colmo di unacommozione così forte da stingergli la gola serrandogliil respiro e in quel ruvido cercare d’aria comprese quanto desiderio avesse dentro, quanta condivisione li unisse in un abbraccio immortale trasportandoli oltre il buio di quel mondo … oltre la notte dei loro diversi destini .Per un attimo chiuse gli occhi come preda di unsentimento aspro che non riusciva a contenere, cosìvolse la sua vista intorno a sé e in quel sostare si immerse nei colori di una natura lussureggiante che pennellava tutte le declinazioni della gioia della terra. 
 Vide le trasparenze delle acque, i guizzi argentei dei pesci e le loro ombre lungo la corrente del lago, si lasciòconquistare dalle vette innevate dei ghiacciai chiusi nellaloro ombra di ghiaccio mentre il vento la trasseimmergendola nei profumi dei fiori che ondeggiavanocon le loro corolle sotto le carezze di un caldo  soffio.Prati multicolori  su sprazzi di verde e il brullo coloredella terra la trascinavano negli spazi infiniti e nelle tintesmaglianti create da un genio che nessun artista avrebbemai eguagliato.Poi a destarla fu il volo radente delle rondini e le arditepicchiate di un falco nell’azzurro del cielo e così cedetteal desiderio di lui, tornando sui suoi passi come unacolomba che  volge  indietro il suo volo , in cerca del suo compagno, come un ramingo volgere sul sentiero dei suoi lesti anni che sentiva trascorsi come una scintilla che subito scocca e lesta si consuma nel volgere delle ardite fiamme.Lo vide immerso nel suo silenzio, nelle stanze dei suoifreddi  inverni dove il sole fuggiasco se ne era restato inombra, come una lunga notte di cui non si scorge la fine e nelle ombre egli vagava  solitario come i suoi pensieri .L’aria che respirava lo conduceva per i prati della suaesistenza nella visione dei suoi spazi e come un velosvolazzante sul cippo di una  torre preda del vento egliscuoteva le sue ansie e i suoi desideri, affidandoli allemeraviglie della sua memoria e alla speranza sacrificataal buio della sua vita che ormai volgeva al termine.Avrebbe solcato la soglia della sua dimora verso i giardini della sua nuova stagione, mentre un sorriso lo avrebbe accompagnato nei ricordi della sua infanzia.Si morse le labbra per frenare le lacrime o per sentirneil dolore che l’avvicinasse a lui … ne provò compassionema anche qualcosa d’altro che conosceva bene e che lafaceva sanguinare dentro.Ingoiò l’aria come fossero serti di spine e stillò sangue nella carne tenera e smossa da un emozione forte che ne devastava la superficie come lamine taglienti.Così lo vide ancora giovane nel pieno di una forza senza limiti e lo vide vecchio senza la visione del suo tempo, e in quel muto disagio fermò l’attimo per condividere nel pensiero le meraviglie del creato. Quando il suo cuore sembrò esploderesotto l’onda di quel pensiero e delle frange di un emozionenon trattenuta,  lui aprì le sue palpebre fissandola negli occhi e lei si sentì come spogliata fin dentro l’ultima postilla .Per un lungo momento sentì che quello sguardo era vivo evigile dentro di lei, poi l’uomo portò alle labbra il flauto esi mise a suonare senza smettere di fissarla negli occhi .Pozzi d’acqua incolore i suoi dove gli  smeraldi di lei si specchiavano come luce di luna  su acque stagnanti Le sue pupille che poco  prima erano di un bianco spentoora riflettevano la luce dei suoi occhi e a lei sembrò cheora potessero vedere, che acquistassero il verde campodelle sue iridi, come un faro che squarcia il buio delle tenebre così erano  ora i suoi occhi dentro di lei .Quando ebbe terminato l’ultima nota  lui posò il flauto sulle sue gambe e chiuse gli occhi, piegò appena la testa come scosso da un sentimento che provava a fuoriuscire dal suo animo ma trattenne il respiro e una commozione malcelata, poi sotto uno sforzo che gli rapì le ultime forzealzò nuovamente il capo e con voce vibrante le disse ...”La luce non’è solo quella che entra da queste finestrema è anche quella che filtra dal cuore … Vorrei partireportando con me questo flauto e il colore dei tuoi occhi”.Lei ebbe un fremito e senti che il sangue l’aveva abbandonata, un freddo intenso le ghermì ogni estremità e brividi e sudori le percossero la schiena … restò muta nel silenzio di uno spazio che solidificava il respiro. 
 Poi lui alzo il braccio quel tanto da cercare di toccarla e lei fece lo stesso andandogli incontro … le loro mani si sfiorarono e le loro dita si intrecciarono come virgulti di vimini o canapi di mare … Ti ricorderai di me ?Le  sussurrò con la voce rotta dal respiro corto“Per tutta la mia vita rispose lei” e la sua voce tremante risuonò nell’aria come il suono argentino di una cascata  di montagna..Lui sorrise e la trasse lentamente a sé … quando sentì il suorespiro vicino al suo viso aggiunse dolcemente“Ti porterò con me dovunque andrònel volo di un falco sarò con te,come nel soffio dell’estate, nella schiuma del mare sulla roccia che infrange, come nella pioggia che sposa la terra … cercami in tutte le cose che i tuoi occhi vedranno il tuo cuore saprà trovarmi come il mio saprà starti sempre accanto” e dicendo queste parole poggiò il capo sul suo petto mentre le ciocche dei suoi capelli gli ricaddero sulle tempie nascondendogli il viso.Il dolore lo avvolse in un mantello di sale mentre lei, tra lacrime trattenute e singulti silenti, cullava i suoi gemiti col calore della sua anima.Marvelius