Marvelius

Muta Indifferenza...


   La cercava come cerca l’acqua un pesce.In Lei vedeva ogni bellezza del creatoil puro disegno di un tratto d’orizzonte.I suoi capelli erano il crine della nottee la pelle, nivea corona simile al mantod’una luna piena.Il corpo suo era freschezza d’acqua di fontee nei suoi occhi la scura intensità di un pozzo senza fine. 
 La cercava come cerca l’acqua un pesce.Dalla  sua bocca le parole s’adagiavanocome stille sulle rive d’una ciglia e l’uscio delle labbra sueLui lo custodivacome perla rara in fondo al mare.Ai suoi pensieri prestava la più cieca fede  come verità fissa e senza un vizio d’ombra.La cercava come cerca l’acqua un pesce.D’ogni suo passo ne seguiva seco il destino e dell’ombra sua ogni più oscura parvenzasi disvelava come un raggio di solescaccia tenebre e bruma solidadal folto della foresta.E Lei… Lei lo ignorava senza una vera colpa.D’ogni suo delicato  gesto nulla serbava,come un fiore reciso che muto cede al taglioe cade solitario nel rappreso fango.Così ricambiava le promesse e i delicati affettinel fatuo incenso della dimenticanza.E Lei… Lei lo ignorava senza una vera colpa.E ogni sua attenzione svaniva nel vuotodi buie stanze e tartari silenzi.Negli occhi suoi mai un lampoa bruciare le chiare stellene l’eco di un tuono che squarcia il velodi un cielo sempre spento .Muto il nulla e muti i Loro corpi nella voce stanca.Ma giunge l’ago del tempo che miete ecapovolge le mute indifferenze. Così la rugosa marea volse al suo compimento,negli occhi d’Ella un velo sembrò precipitaree le gentilezze di Lui si palesarono comelivrea adorna di trame l’amor dimenticato.Lo cercò come cerca l’aria la fiamma ch’arde lesta.Le cure di un tempo le riempirono gli occhi,le carezze di giorni volati via nel caldo soffio le si depositarono addosso comegranelli di rossa sabbia nel turbinio del vento.Lo cercò come cerca l'aria la fiamma ch'arde lesta.Così l’alito del suo calore l’avvolse comedensa coltree gli abbracci un tempo respinti le parveroun nido di pula dove ripararsi nelle sue notti ghiacce.Il sonno le divenne caro al fianco suoe il buio un pretesto per farsi piccola vestalee in Lui rinchiudersicome mallo tenero nel suo gheriglio. 
 Lo cercò come cerca l’aria la fiamma ch’arde lesta.Così i suoi occhi guardava con rinnovato incestomuta a fissare lo sguardo suo nel cuore del sonnoed ogni piega del suo volto ed ogni  lieve rugaa Leisembrava il greto di un fiume d’acque sante,il magico poetare di un cuore senza colpe.  Lo cercò come cerca l’aria la fiamma ch’arde lesta.Ma il tempo è l’anima di un tiranno senza cuoree il destino il braccio di un giudice bendato.Così nell’ora di una ritrovata intesanel cuore di una vita che sboccia teneri getticolmi di gemme stillanti tumidi germogli,la falce di una rossa lunaschiuse lo sguardo sulla mietiturae batté il tintinnio della roncola l’acerbo grano.Si cercarono come le acque dei fiumi il loro mare.Così come gocce infuse si perdono trastagni di mota e rivoli sciolti e il guasto fango mischia e sgretola il greto fondotutto fu perduto nel giorno stessodi un ritrovato segnoe Lui …come giovane giunchiglia fu colto e raso nel taglio di un falcetto esangue. 
 Si cercarono come le acque dei fiumi il loro mare.Così … nei suoi giorni recisiun ultimo respiro lasciò sui verdi campimentre  nei loro  occhi fiumi di ricordisi incontrarono mischiando le chiare acquenel dimentico fluire della corrente del cuore… come il guizzo di un pesce si perdenel flusso maestoso del suo grande mare …MARVELIUS