Marvelius

Selene e la Notte...


 La luna era alta nel cielo impettita nel suo abito di festamentre la notte plasmava d' inchiostro il boscooffuscando ogni sporgenza.Come una sposa tremula che attende il suo Signoredal suo mantello ombroso così entrambi ingannavanoil tempo reso terso dal vento che spazzava via le nubie tormentava le fronde di una foresta silente.Nella radura una luce smorzata illuminava il cuorecome un proscenio in attesa di un grande attore,una maschera parlante o un satiro danzantenel quieto mormorio di un soffio vespertino.Lungo i bordi immersi nella penombra si muovevanoi rami degli arbusti,ondeggiavano lievi le caule e le corolle dei fiori ancora schiuse ...piccole belle di notte anelanti crogioli d'effusioni alla loro Signoraluminosa come baccanti estatiche o invasate ancelle al seguitodi musici zelanti nel corteo orfico del dionisiaco Padrone della selva.In lontananza lo sciabordio dell'acqua di un fiume lestoe discreto sull'argine sfrontato, si perdeva tra l'aria rarefattadel limbo rugoso delle sterpaglie umide e scomposte.Il ruggito modesto della corrente sul suo greto ciottolosograffiava il silenzio ottenebrato dalla nebbia che lentaplanava e smorzava in alto senza molta convinzione comevolute di torba tra  graticci infausti.Poi ecco rompersi la quiete come un tumulto di fantisull'erba superba dei campi fecondie il molesto sgusciare delle acque dal nido caldo delle rocceobliate nelle fessure della terra.Una cascata di lacrime d'argento scivolare nell'eterefresco di rugiada e l' incestuosa libidine di calde stille monda dal ventre di un monte che fu caro alla Dea che fece del suo visol'icona di uno stampo da cui discese l'arte e la bellezza senza tempo. 
 Poi giunse Lei tra veli fruscianti di un bianco esangue,il viso emaciato e gli occhi di un verde accecante ...scalza come la nuda terra e nuda m'apparve sotto un velomosso da un alito ardente ... ariose  nudità avvoltedal caldo frusciare dell'aria.I seni rigogliosi come mantici sospinti dal respiroansante e nelle loro pieghe trattenute da canapi intrecciativi lessi desideri immersi in pozzi senza fine e udii una vocetuonarle dentro come mille cascate urlanti nei sogni di unabrenna senza morso e briglie.Lieve, nel solco appena tratto , un filo cupo come il nero ciglioche si mostra nel buio della notte  esso'apparve ...come erbe primaticce sulla bianca stele d'una chinea in estro.E i fianchi come anse dolci e colline declinanti alchiaror di luna m'appresse incontro come una Deache pesa punte di timor ne spine di vergogna alcuna.Ed io ... ed io fremetti come l'onda su bianchi scogli ...mi sciolsi come spuma sulla riva ingorda e stesi lemie meraviglie come il poco burro si stende su un toccodi pane duro .Poi le andai incontro come un giunco che flette mosso dal vento,le mani le posi innanzi come un cieco che avanza per luoghisconosciuti mentre nei mie occhi una luce vermiglia fucome rogo e scintille di stelle nel cuore di un cosmo in fiamme.Caddero ad ogni passo i veli delle sue vesti ... 
uno dopo l'altro come pampine di bruma sul far della serae la sua bocca si schiuse ad ogni movenza sussurrandonote in una lingua ormai perduta .Fu come se la carne mia s'armasse di giudizio e in quel pensieronuovo gemesse come sotto l'incudine di un piacere avitoe mille e non piu mille spilli si conficcassero nella tenera fibra,nel molle reticolo di polpa e sangue, nei lacerti pulsantitra tendini asfitti , fin dentro l'intimo midollo delle ossaper suggerne piacere e forza, alito di vita e d'animapensante, per volgere al suo trapasso senza colpa,senza rimpianto nella resa feconda e inebriantedi una volontaria ...  eterna dannazione.
 MARVELIUS