Marvelius

Prigioni ...


   Aprì gli occhi sull’ azzurro del cielo e vi si perdette.Nel silenzio della sua stanza quello spicchiodi colore  chiuso tra i legni scialbi della finestrafu tutto ciò che lo rapiva oltre la sua prigionia.Un nodo in gola rendeva difficile il suo respiraree gli occhi umidi gli appannavano la vistama era ancora capace di pensare al mondo oltrele sbarre in quello squarcio tra mura di solida pietra. 
Era ancora in grado di sorridere al suo cuoree immaginare di correre tra l’erba alta ele spighe di grano.Le dita delle mani lentamente si mossero tremanti sulle lenzuola consunte.Lente scivolarono sulle gambe immobilicome colonne spezzate sui prati ciottolosie se ne restavano inermi ad ogni tocco,insensibili persino al vento che filtrava dalla finestracome fiori recisi senza più un alito di vita.Guardò ancora una volta fuori dalla sua stanzae vide due tortore sfumare nell’orizzonte,le foglie del suo grande acero planare nel vento,i raggi di un sole morente luccicare sulla scorza dei tiglimentre il suo respiro diveniva un affanno.Trattenne a stento lacrime e rabbia,tirò su col naso e strinse gli occhi come a volercancellare quelle immagini cosi legate ai ricordidi un tempo. 
 Poi dentro di lui si fece strada un coraggio ritrovatoe volse nuovamente lo sguardo oltre, finoalle cime imbiancate dei monti la dove un tempogiungeva dopo lunghe rampicate.Chiuse gli occhi in uno sforzo sovrumano e fu lì sulla crestadel monte più alto tra neve candida e vento gelido e puro.L’aria fredda gli penetrava i polmoni come aghi gelidiinfissi nel petto e in quel tocco ghiaccio sul pulsare delle sue linfe calde avvertiva quanta vitalità c’era  ancoradentro di lui.Aprì gli occhi e si accorse che non era più nella sua stanzanon c’erano più muri sberciati a confinarlo nelle ombre,non più un tetto annerito dal fumo di una stufa a legnaa impedirgli di sognare le stelle e i rossi tramonti.Era libero in capo al mondo, libero di volare comeun uccello sulle ali del vento e di quella libertà orasapeva che fare per ritornare ai ricordi di un tempo e ritrovare nel fondo del suo animo  tutte le cose che aveva perduto e smarrito negli anni di una solitudine rubata . 
 Così quando i ricordi si fecero solidi e veriuna fitta lancinante gli serrò il pettoe l'immagine di Lei riempì la stanza,il profumo dei suoi capelli colorò le mura di pietra ,la profondità dei suoi occhisi irradiò come una luce nelle profondità siderali.Udì prima impercettibilmente la sua vocecome un canto lontano tra gli aranci in fiore,poi divente un tintinnio di una squilla argentina.Chiuse gli occhi per serrare quella visione dentro di sée la tenne custodita nel fondo del suo animo come un tesoro senza prezzo nel cupo mulinaredelle sue ore senza tempo.MARVELIUS