Marvelius

L'Addio di Anhiel...I°


Prese la via del bosco mentre la luna era già alta nel cielo, gli alberi delsentiero mormoravano al vento lasua tristezza e la voce argentina delruscello di rimando ne raccoglieva leansie e i timori.Quando giunse in vista del suo castellosi fermò come se un comando gli ingiungesse di non andare oltre e piegò il capo, poi raccolse le  forze e dentrodi lui ripose ogni dolore, scacciò ogni segno di inquietudine e si diresse al cancello illuminato da grandi lanternead olio.I cardini si aprirono graffiando con illoro cigolio l'aria fredda della notte,lungo il viale  le olle si accesero con fiamme di un rosso carminio fumigando essenze dolciastre .Quando arrivò alle gradinate delManiero ebbe come un sussulto e il dubbio lo assalì nuovamente, ma siriscosse scrollandosi di dosso l'umidodella notte e con esso l'incertezza ela malinconia che lo attanagliava.Attraversò il grande arco di arenariadel suo ingresso, ai lati  grandistatue di marmo lo guardavano fisso nella loro immobilità assorbendo ichiarori della luce e riflettendo le lunghe ombre sulle pietre.Le oltrepassò entrando nell'immensosalone tra i rossi  drappi di tulle e  le tende d'organza, vide  i grandi arazzi illuminati da enormi candelabrid'argento e i quadri splendenti dicavalli in corsa , di città dirute e magnifiche foreste, sui muri impreziositi di onice e colonne d'ambra.Statue e amorini negli angoli, atlantidi elettro tra divani di pelle damascati,triclini e tavoli di legno scuro, poivicino alla biblioteca ricolma di libri , incunaboli e pergamene stava lei  ecosì nulla più sembrò esistere, nientepiù catturò la sua attenzione quando  la vide riversa a terra. 
"Anhiel"urlò andandogli incontro, ma leisembrò non udire la sua voce"Anhiel" le sussurrò raccogliendola tra le sue braccia.E lei aprì gli occhi come se ritornasseda un lungo viaggio.Le membra stanche e abbandonatea se stesse, lo sguardo cerchiato dallasua infermità, e la bocca socchiusanella ricerca di un tenue soffio d'ariache le riempisse i polmoni.La portò in braccio verso uno deidivani vicino alla grande vetrataistoriata che dava sul giardino dirose e l'adagiò sopra di essoponendogli un cuscino  sotto il capo."Come ti senti Anhiel"le chiese accarezzandogli i capellimentre la fronte si imperlava disudore e il calore della febbre lebruciava la pelle. (segue...)Marvelius