Marvelius

L'Addio di Anhiel...II°


  Lei sorrise appena ...  e nei suoi occhi c'era tutto il suo mondo e c'era lui, i loro ricordi incantati, la riconoscenza per un tratto di vita splendente. Poi alzò una mano con fatica , lo accarezzò sul viso trattenendo le  lacrime e sussurrò con un filo di  voce il suo nome, ma fu un attimo e la sua mano si abbandonò al vuoto,  come una foglia che cade dal tralcio recisa dal vento. Il conte le prese le dita  portandole alle  labbra, le baciò la mano e la strinse a sé sottraendole un po di quel  calore che lui invece aveva ormai perduto da tempo. 
Dentro di lui tempeste e uragani agitavano le maree del petto, profonde cuspidi sembravano dilaniargli la pelle e un gelo  profondo stava prendendo possesso  della sua carne.  Avrebbe voluto dirgli che tutto sarebbe andato per il meglio, il dolore scivolato via come pioggia sulle foglie degli alberi, e loro continuato a vivere insieme per sempre. Avrebbe voluto ... ma non riusciva a fingere, neanche ora che lei stava oltrepassando le porte di quel  mondo trovava le giuste parole, una bugia che entrambi avrebbero svelato nell'atto stesso del suo disincanto.  Così la guardò con la verità negli occhi, lui che mai le aveva mentito, mai aveva potuto e voluto. I loro sguardi si incontrarono sulle vette dei loro ricordi e in quel  momento presero a danzare l'uno nell'altro, si rividero rincorrersi tra l'erba alta dei campi, rotolarsi nella spuma bianca del mare e fondersi  tra le rosse spighe di grano. 
Fuori il vento scuoteva le chiome  degli alberi e spingeva via le  nuvole, spazzando grandi porzioni di cielo, mentre una miriade di stelle brillava come fiammelle nel panno nero di un cielo che muto attendeva l'ora che tutte le comprende. "Portami fuori ... voglio vedere il cielo un ultima volta" disse lei con serenità e dolcezza, e lui avvertì una lama attraversarlo da parte a parte togliendogli ogni forza, si sentì come sbattuto ai quattro angoli della terra e trascinato in catene nel fuoco e nel ghiaccio, prima di cedere ogni goccia della sua linfa e ogni lacrima di sangue, ma di quelle sue parole nulla volle mutare così fece un cenno di assenso con la testa chiudendo per un istante gli occhi, poi alzandosi la prese in braccio e si diresse verso l'uscita. Quando oltrepassò l'uscio dell'arco si ritrovò immerso in un sogno dove  ogni cosa era un alba di desideri in germoglio, la  gioia inviolata del vivere che il mondo regalava e che il destino gli stava togliendo con crudeltà e inganno. La luna imbiancava le pietre lasciando una lunga scia  argentata sulle acque del  lago,  le torri svettavano superbe fino a  immergere le loro guglie nelle  nuvole di un bianco nevoso e gli alberi ondeggiavano lieti nello stormire delle foglie, mentre il vento mormorava una musica che  ammansiva tutti gli animali del bosco. Su quelle acque ghiacciate avrebbe danzato,se avesse potuto, come nel  tempo in cui ognicosa era possibile, ogni istante irrepetibile,tra coppie di bianchi cigni nel rosso splendore di un vestito che avrebbe colorato la notte dei suoipensieri più belli.(segue...)  
Marvelius