Marvelius

L'Addio di Anhiel...IV°


  Sembrava dormisse nelle sueforme abbandonate ad un sonno prossimo alla morte, le dita delle mani sfioravano gli steli d'erba come una teneracarezza, mentre il respiro sembrava più flebile, così, istante dopo istante il mantice del suo petto prese arantolare con sempre più affanno.Lui la chiamò a sé con amorevole insistenza, le accarezzò i capelliparlandole  piano per cercare diriportarla indietro e dargli la serenitàche anche lui aveva ormai smarrito.Le sussurrava il suo amore ela sua devozione, sapeva chepoteva sentirlo e intuiva che di li apoco tutto sarebbe precipitato, che il tempo per loro stava per giungere al temine e Anhiel presto lo avrebbe lasciato. 
Un filo di sangue le scorse dalnaso mentre riapriva gli occhi manonostante tutto accennò un lieve sorriso, poi tossì e il sangue bagnò il fazzoletto su cui vi erano impresse le loro iniziali. I suoi occhi avevano perso la lucentezza di un  tempo, e le lacrime ne avevano coperto l'intensità delle iridi ma erano ancora gli occhipiù belli e profondi che lui avesse mai guardato ...Lei intrecciò le dita dellemani alle  le sue e con un filo divoce gli sussurrò  le sue ultime parole,e fu un testamento scolpito nellaroccia del loro amore"Stringimi forte e  non lasciarmi...questo freddo mi paralizza, l'inverno oramai è entrato nelle mie stanze e mi trascina con sé... Raccontamidi noi di cio che siamo stati l'uno per l'altrovoglio addormentarmi con i ricordi e la tua voce dentro di me, per immaginare che un giorno possa risvegliarmi insieme alle cose che ho amato in questa vita e che non avrò dimenticato" 
Disse queste ultime parole guardandolo negli occhi mentre il suo sguardo andava spegnendosi.Poi la presa delle sue mani divenne via via più debole, fino a perdersi,senza più forza e calore, nelle sue,gli occhi divennero vitrei e spentie la testa reclinò oltre il braccio di lui che la cingeva."Anhiel ... Anhiel..." furono le sole parole che trovò la forza di pronunciare, mentre il corsodi un destino avverso lo schiacciava fin dentro i fili più invisibili della carne. Provò un dolore indescrivibile mentre intorno a lui si spalancava un vuoto arido,un baratro entro cui precipitava con tutto se stesso. 
Si piegò su di lei e tenendola strettanel suo abbraccio pianse, ma il suo pianto era senza lacrime, come il suo cuore era senza sangue. Un fuoco arso e un ghiaccioabissale si impadronirono diogni anfratto del suo corpo, diogni angolo della sua mente, tormentandone pensieri ericordi.E ogni ricordo divenne una lama nel costato, ogni visione possibile del futuro gli divenne estranea come una malasorte che gioca arendere i giorni a venire sterili e abietti.Il vento si alzò da tergo e prese a soffiare furioso mentre le nuvole molestarono gli ultimi raggi di luna che scomparve dietro una cortina di nembi vestiti di tenebra.Una pioggia lieve si impastò difreddo e ingrossò divenendo viavia grandine  mentre i lupi presero a ululare nervosi.Quando il rombo di un tuonosconquassò il cielo lui si destò dal suo dolore e affranto accarezzòancora una volta il viso di lei  perasciugarlo dalla pioggia . Ma ora non era più solopioggia, la neve iniziava ascendere assorbendo rumori eimbiancando i prati.Al nero della notte si sostituì ilbianco mulinare dei fiocchi,  etutto iniziò a trasmutare. 
Raccolse il corpo di Anhiel tra lebraccia e in silenzio, seguito daisuoi lupi, si avviò nel bosco, lungo il sentiero che tante volte avevaattraversato, i lunghi filari dipioppi ondeggiavano nel ventomentre gli immensi platani erano già imbiancati da una leggera coltre difendendo il sentiero ancorasgombro di neve.Una musica di violini si spandevanell'aria proveniente dal castello mentre il rullare dei cuori deglianimali del bosco cadenzavanoi passi di quell'uomo straordinario, il cui cuore era morto da tempo ma il cui spirito ardeva di un dolore che avrebbe riempito con le suelacrime i fiumi d'ogni terra.La sua  anima, bandita ed erranteda secoli nei tartari della veglia, in quell'ora  solenne aveva visto  sbocciare la scintilla che schiude alla vita ma solo  per assaporare nuovamente  le feritedel trapasso, fino a precipitare nelbuio di un limbo senza più pace,nel preciso momento che il distacco da lei era divenuto un eternaseparazione. Scomparve oltre i ciuffi dibiancospino la dove la collinasegna il limite con la foresta, nelluogo in cui gli alberi chiudonoi cancelli del loro passo e i lupi ne custodiscono l'ingresso ... la dove muoiono i vivi e regnano eternii sogni ... 
Marvelius