Marvelius

L' Urlo


 Sull'orlo di una rupe un urlo ... sul ciglio di un fiume uno sguardo fisso nel profondo,  nel sonno vecchie parole biascicate tra i denti. La lingua si insinua nei recessi della mente e scava simile a un segugio che sterra nel midollo d'una falena. Un veltro rifugge comodi serragli e tra antiche olle nasconde i resti del suo peregrinare. Ancora un urlo sugli sbecchi del dongione ...
si affettano  fili dei pensieri e con essi si impastano le emozioni di cuori ancora palpitanti. In fornaci guizzanti d'aliti di fuoco si immergono i ricordi di eroi  infanti, poi cessa il vento, si placano le acque dei laghi e smuta l'onda del mare, così tornano a dormire le ombre nel silenzio delle fronde. E sopra il torrione la luce della luna imbianca, pietre e anime inquiete, cessa il tremore e i ghiacci della carne, quiete ovatta ora il castello, e dalle froge di un cavallo imberbe spuma bruma simile ai vapori della terra. Dal cielo scende neve  come coriandoli incolori a mutare il verde dei prati, ha il colore della cenere e  un tepore l'ammanta. Ne raccolgo un poco immergendo le dita nel solco che  va ricoprendo e serro gli occhi, vestigia di popoli  appaiono nelle loro vesti bianche, bambini scalzi e sorrisi persi raccolti in mani piene di calore. 
Occhi su cui scorrono i lieti passi di ore senza inganno, giochi tra orizzonti sterminati e sogni chiusi tra palloncini d'ogni colore. Poi una bimba si avvicina e mi sfiora la guancia, ha il viso dolce di chi nutre sempre una speranza, ed io sorrido chinando il capo mentre il suo volto sfuma oltre le lacrime della notte. Simile è questa oscurità  a un urlo che riempie il vuoto e la svuota di ogni umanità poi... dopo tanto sanguinare tutto tace ... nel buio che inghiotte.MARVELIUS