Marvelius

Il Fabbro dei Sogni II ( parte A)


 (Post "Il Fabbro dei Sogni II° ",scisso  in tre parti: A-B-C, e che segue il post precedente " Il Fabbro dei Sogni I°) PARTE AE il Fabbro dei sogni si sedette apensare sul tavolo della speranza,con le mani impastò lieviti di cuoree sale di lacrime, segnò i sentieridi un incontro che sembravaimpossibile realizzare e sicommosse leggendo l'animo feritodi quell' uomo e quello disperatodella donna. Poi alitò sulla speranzae lascio che il vento del mattinola conducesse lontano, la dovetutto può essere e ogni cosa puòaccadere se lo spirito della veritàsi condensa nella volontà di tornarea essere vento di passione e diunione perfetta.
 Un lieve borbottio d'acqua rendevaquei momenti come tratti dal silenzio,rotti dallo stallo di una natura rigogliosama stanca di rumori, così quelle piccolecascatelle tra i bordi e le anse delfiume parlavano alle pietre su cuiscivolavano eterne.Lui se ne stava seduto sulle gambe aguardare la corrente perdersi lungoil greto del fiume, il gorgoglio loincuriosiva e gli destava una curiositàinfantile, quella che cattura gli occhioltre il flusso per immergersi in essoin cerca di tesori e di misteri .Così, lentamente, lo sguardo si perseoltre le linfe, si incuneò nei greppi trapiccole bordure di muschio e lichenifino a gemere nell'acqua freddatra le profondità del torrente.Nel preciso momento in cui ogni cosasembrò smarrirsi, in quelle profonditàoscure ogni rumore si spense e tuttodivenne ovattato.La memoria vagò nel limbo dellamente scavò nei cassetti dei suoi armadi,si infilò dentro a ogni cubicolo tenutogelosamente al riparo dai dubbi, dalrimorso e dal rimpianto.Un freddo bruciante lo percorse lungola schiena come un brivido urticante,fino a quando una luce sembròattenderlo oltre il lungo corridoioche stava percorrendo.
Così il ricordo di lei si fece chiaro,prima un alone indistinto poi pianpiano tutto si schiarì, i contornipresero forma distaccandosi dal nerocaliginoso delle ombre, e il volto di leigli apparve come l'aveva lasciatomolto tempo prima.Si mostrò con la sua fluente coda diun rosso sfolgorante, lei la sciolsecon le dita dal piccolo cerchietto distoffa che ne richiudeva i lunghi e liscicapelli facendoli ricadere sul petto elungo la schiena. 
Era magnifico il viso suo, un ovale bendisegnato su cui la bocca perfetta siplasmava su bianchi denti .Il labbro superiore si arricciavaleggermente in una piega sensualeche nelle foto creava una leggeraombra, lui sorrise nel ricordare lastessa battuta che le ripeteva semprenel guardarle"Sembra che hai i baffetti lassù Lilith"e lei sempre a caderci nellaprovocazione gli rispondevaimbronciando la voce e,con un irritazione che andava viaspegnendosi, a ripetere che non eravero,e in effetti la sua era una boccacosì perfetta che lui mai ne avevapotuto sigillarne i contorni con ledita, le labbra e gli occhi in unafinitudine umana ma gli apparivacome il lascito di una dea, come delresto tutto di lei sembrava richiamareuna natura divina."Non ho i baffetti, non li ho mai avuti, ma che dici"Lui se ne stava un pò in silenzio aridacchiare sotto i suoi di baffi fino aquando ritornava a prenderla in giroin un gioco che piaceva a entrambi" Non sono troppo lunghi i tuoi capelli?Sei alta ok ma fino alle fossette dellaschiena non ti sembrano un po' troppoda ragazzina Lily ""Uffa ma la smetti, sempre a darmiaddosso, prima i baffetti proprio a meche non ho peli da nessuna parte ok?"e arrossiva un po' nel dirlo, quasifosse un adolescente, ma in fondotra di loro vi era ben più che unamanciata di anni ."E ora la storia dei capelli lunghi ...a me piacciono come sono, fattelipiacere anche a te, tanto so che liadori, sciolti, a treccia, raccolti ostretti sotto un cappellino ... tu amitutto di me e non puoi nasconderlo "Eh si lei era proprio così, con uncarattere deciso e suscettibile, siaccendeva subito e quando lo facevaa lui bastava poco per renderla ancorapiù vulnerabile al suo arco chescoccava frecce incendiarie sullasua stizzosa permalosità"Stai bruciando Lilith, o meglio dovreichiamarti neurina, non ti accorgi chealzi quella tua voce calda che riscalda ituoi neuroni e acceca l'amore che portiper me ... lo rendi incandescente, cosirovente che mi bruceresti senzanemmeno accorgerti che lo stai facendo"Queste parole l'infiammavano di unarabbia dolce, quella che si strugge nellaschermaglia tra innamorati, che cercanola guerra per avere la pace, che il piùdelle volte dal vivo si conduce tra lelenzuola di un letto come su un campodi battaglia, in notti lunghe chelasciano senza forze, col cuore calmoe la mente appagata, libera di vagareoltre le consistenze terrene.Lui sapeva come farla spegnere eriaccendere di passione ma anche luiaveva il suo carattere indomito e guaia stuzzicarlo se non si avevano armialtrettanto buone nel tenere unadiscussione, lavorare dicesello con l'ironia o a spegnere ifuochi della sua personalità semprearmata di una spada fiammeggiantee lei ...
beh lei aveva quasi tutte questequalità, le doti giuste perun uomo come lui e poi ne possedevauna che era stato difficile trovareper molto tempo in altre donne.(clicca sul video sottoper continuare ad ascoltare la musica)Aveva il dono di una concupiscentepassione, la grazia di una dolcezzasenza fine, le fiamme di unalibidine che lo plasmavano rendendolopazzo di lei.Ricordò molto di quella donna,gli occhi trasparenti rapiti al mare,la voce calda e sensuale, quelle noterauche a volte che lo facevano vibrare,e la risata smorzata quasi rotta a voltedalla sincerità di ciò che la colpiva.Era sicuro del suo amore, del trasportonato poco per volta, della sincerità concui lei era stata capace di avvolgerlo .Eppure non era stato un rapporto facile,sin dall'inizio si erano subito affrontatiguardinghi, la differenza di età li avevaconfinati su rive opposte, lui l'avevarespinta con una malcelata indifferenzae lei a disagio per un avversione tantoimmotivata se n'era andata compunta.Ma erano fatti l'uno per l'altra e quelseme che era stato gettato nel loro limoera via via attecchito in un richiamoche li avrebbe fatti ritrovare per sempre.Si erano legati con un filo che lui avevariavvolto pian piano mentrelei si era lasciata andare alla suaderiva consapevole che avrebbe persotutto pur di affidare la sua anima aquell'uomo che aveva saputoallontanarla tanto quanto aveva saputocircondarla di attenzioni e carezze .Erano stati onesti in tutto quel tempo,onesti e leali come due colombe nelvolare lungo quel tratto d'orizzonte.Avevano attraversato difficoltà,gelosie, incomprensione ed equivociche li avevano portati spesso ainterrompere il sentiero che li stavaconducendo ad altezze vertiginose.Erano scesi negli inferi, navigato suacque torbide e scure, viaggiato supercorsi impervi e nuotato in acquegelide e profonde, ma sempre eranotornati in superficie, guadato fiumiburrascosi, approdando su rivecandide e in acque calde e ferme.Sempre oltre le anse di sentieritortuosi avevano ritrovato la stradadritta e illuminata dal sole o dallaluna splendente per tornare a baciarsi.
Sempre era tornato il sole e il ventoli accompagnava gonfiando le veledel loro meraviglioso naviglio.Ma il giorno della sconfitta eragiunto anche per loro, il nero mantellodella disillusione era calato sul lorotempo che, breve, aveva cessato d'untratto di scorrere come le nubi su unfirmamento di stelle.Il giorno dell'inganno era calato dalnord gelando tutte le acque, piegandogli steli dei fiori appena sbocciati.MARVELIUS(segue sotto parte B)