Marylibri

Post N° 1


Mi chiamo Maria Antonietta Pinna, sono laureata in lettere, criminologa, faccio recensioni di spettacoli teatrali per un giornale romano di approfondimento culturale. Segni particolari: mi mando da me. Non possiedo la tessera di un partito, né santi in Paradiso, anche perché preferisco l’Inferno, sicuramente meno noioso e comodo. Da qualche anno ho contratto il corrosivo e deleterio vizio di scrivere e secondo incalliti lettori, pare che lo faccia bene e con molta fantasia. INTANTO,racconto la storia di una corte, no, non quella dei miracoli, quella dei sorbonagri. Chi sono? Una brutta razzaccia di docenti che si cibano del lavoro degli altri... Ma non perdiamo altro tempo, passiamo alla storia. Gian Paolo Brizzi, re, tentacolare docente con le mani, ops, i tentacoli, in pasta dappertutto, è Professore Ordinario presso il Dipartimento di Storie e Metodi per la conservazione dei Beni Culturali (Università di Bologna - Ravenna). Inoltre è Direttore dell’ Archivio Storico della stessa Università e lettore della Casa Editrice Clueb, dove cura intere collane. Nove anni fa il nostro buon sorbonagro, insegnava storia moderna all’Università degli Studi di Sassari assieme a Miriam Turrini, sua gran ciambellana che si avviava a diventare regina. Durante un’accesa discussione, il re pensò bene di stupirmi mettendomi al corrente delle sue idee democratiche sull’ istruzione universitaria: "Chi non ha soldi all’Università non ci deve venire". Mi disse proprio così, testuali parole. Impossibile dimenticare... Intanto ho contratto il vizio di scrivere... Dopo il saggio di fine Master, ho dato alla luce diverse cosette: pièces teatrali, racconti, romanzi, poesie. La prima cosa che ho scritto è la tesi di laurea: "Il Collegio dei Nobili di Parma agli inizi del Settecento", lavoro assolutamente sperimentale su un documento d’ archivio inedito risalente agli anni 1710-13. Non mi sono limitata a trascriverlo, l’ho commentato, ho estrapolato dati non conosciuti e assolutamente nuovi, ho elaborato paragrafi e capitoli sulla vita quotidiana dei nobili del collegio e su tutte le loro più o meno curiose attività. Due anni di lavoro! Ma torniamo all’illustre professor Brizzi. Navigando per caso su Internet scopro che il prof., tra le altre cose, nel 2007, cura un libro interessante: "Il giovin signore in collegio", di Miriam Turrini. Mi incuriosisco. Ho un tarlo. "Possibile che... Noo, non può essere...". Il giorno dopo mi fiondo in biblioteca... "Si, può essere, anzi, è! "Il signore" in questione non è poi così giovane, è vecchio, ha quasi dieci anni, si direbbe la fotocopia del signore de "Il Collegio dei Nobili di Parma agli inizi del Settecento". Insomma per farla breve, Miriam Turrini si è copiata la mia tesi, ci ha messo il suo nome sopra e se l’è pubblicata, guarda caso con la CLUEB, grazie al finanziamento dell’Università di Pavia, dipartimento di musicologia. Che fare!!!??? Mi dico che sarebbe ora di parlarne un po’ di più. Il mio non è sicuramente un caso isolato! Cammina cammina arrivo al castello Rai. Letizia Maurelli, castellana, mi accoglie a braccia aperte. Di fronte al corpus delicti di una tesi "plagiata", dice di si, che si può fare, che non è giusto, che mi manderà in onda per informare i telespettatori. Passano alcuni giorni, mi richiama, gelida come un iceberg: " tutto sommato..., son cose che succedono, non possiamo farci niente... è una storia che non interessa nessuno...". Eh, certo, i piedi al re nessuno li ha mai pestati. Cosa si può fare? Niente. Siamo nel paese del niente, non si può pretendere di più, si nientifica e basta. Poi arriva Tedde, primo cavaliere della regina e mi manda una mail. Dice che la sottoscritta ha offeso la reggente, dicendo "cazzate" di cui dovrebbe vergognarsi. I cavalieri moderni parlano tutti così al giorno d’oggi... Dice anche che la Turrini è una persona seria perché è l’allieva di Paolo Prodi, un nome, una garanzia... Due più due fa quattro... Un re, una regina, un cavaliere, una castellana, e la corte universitaria dei sorbonagri che fanno, disfano, leggono, copiano... E l’informazione? Anche quella è soggetta all’estro della corte. La Gazzetta di Parma ha pubblicato articoli lusinghieri sul libro della Turrini. Ho informato la redazione che trattasi di un plagio letterario. Li ho invitati a controllare. Mi hanno risposto di essere infastiditi dalle mie mail. Dicono che in questa storia non c’entrano per niente!!! Ma come? Pubblicano articoli elogiativi sul "giovin signore" e non sanno neppure di cosa stanno parlando? Viva la libertà di stampa. Morale della favola... C’è una morale? Vedendo ogni giorno nelle vetrine delle librerie, accanto ad alcuni titoli validi, libri quintessenza di innominabili schifezze, (scritti magari dal comico di turno, dalla attricetta di grido, tutto compromessi e poco arrosto, ah!) mi domando se c’è ancora speranza per chi, come me si manda da se. Maria Antonietta Pinna una sarda che si manda da se!