Creato da marylibri il 19/04/2008
I sorbonagri, storia di un plagio

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PRESTITO D'ONORE: LA RE... »

Post N° 1

Post n°1 pubblicato il 19 Aprile 2008 da marylibri
 



Mi chiamo Maria Antonietta Pinna, sono laureata in lettere,
criminologa, faccio recensioni di spettacoli teatrali per un giornale
romano di approfondimento culturale. Segni particolari:
mi
mando da me. Non possiedo la tessera di un partito, né santi in
Paradiso, anche perché preferisco l’Inferno, sicuramente meno noioso
e
comodo. Da qualche anno ho contratto il corrosivo e deleterio vizio
di
scrivere e secondo incalliti lettori, pare che lo faccia bene e con
molta fantasia.


INTANTO,


racconto la storia di una corte, no, non quella dei miracoli,
quella dei sorbonagri. Chi sono? Una brutta razzaccia di docenti che
si
cibano del lavoro degli altri... Ma non perdiamo altro tempo,
passiamo
alla storia. Gian Paolo Brizzi, re, tentacolare docente con le mani,
ops, i tentacoli, in pasta dappertutto, è Professore Ordinario presso
il Dipartimento di Storie e Metodi per la conservazione dei Beni
Culturali (Università di Bologna - Ravenna). Inoltre è Direttore
dell’
Archivio Storico della stessa Università e lettore della Casa
Editrice
Clueb, dove cura intere collane. Nove anni fa il nostro buon
sorbonagro, insegnava storia moderna all’Università degli Studi di
Sassari assieme a Miriam Turrini, sua gran ciambellana che si avviava
a
diventare regina. Durante un’accesa discussione, il re pensò bene di
stupirmi mettendomi al corrente delle sue idee democratiche sull’
istruzione universitaria: "Chi non ha soldi all’Università non ci
deve
venire". Mi disse proprio così, testuali parole. Impossibile
dimenticare... Intanto ho contratto il vizio di scrivere... Dopo il
saggio di fine Master, ho dato alla luce diverse cosette: pièces
teatrali, racconti, romanzi, poesie. La prima cosa che ho scritto è
la
tesi di laurea: "Il Collegio dei Nobili di Parma agli inizi del
Settecento", lavoro assolutamente sperimentale su un documento d’
archivio inedito risalente agli anni 1710-13. Non mi sono limitata a
trascriverlo, l’ho commentato, ho estrapolato dati non conosciuti e
assolutamente nuovi, ho elaborato paragrafi e capitoli sulla vita
quotidiana dei nobili del collegio e su tutte le loro più o meno
curiose attività. Due anni di lavoro! Ma torniamo all’illustre
professor Brizzi. Navigando per caso su Internet scopro che il prof.,
tra le altre cose, nel 2007, cura un libro interessante: "Il giovin
signore in collegio", di Miriam Turrini. Mi incuriosisco. Ho un
tarlo.
"Possibile che... Noo, non può essere...". Il giorno dopo mi fiondo
in
biblioteca... "Si, può essere, anzi, è! "Il signore" in questione non
è
poi così giovane, è vecchio, ha quasi dieci anni, si direbbe la
fotocopia del signore de "Il Collegio dei Nobili di Parma agli inizi
del Settecento". Insomma per farla breve, Miriam Turrini si è copiata
la mia tesi, ci ha messo il suo nome sopra e se l’è pubblicata,
guarda
caso con la CLUEB, grazie al finanziamento dell’Università di Pavia,
dipartimento di musicologia.


Che fare!!!???


Mi dico che sarebbe ora di parlarne un po’ di più. Il mio non è
sicuramente un caso isolato! Cammina cammina arrivo al castello Rai.
Letizia Maurelli, castellana, mi accoglie a braccia aperte. Di fronte
al corpus delicti di una tesi "plagiata", dice di si, che si può
fare,
che non è giusto, che mi manderà in onda per informare i
telespettatori. Passano alcuni giorni, mi richiama, gelida come un
iceberg: " tutto sommato..., son cose che succedono, non possiamo
farci
niente... è una storia che non interessa nessuno...". Eh, certo, i
piedi al re nessuno li ha mai pestati. Cosa si può fare? Niente.
Siamo
nel paese del niente, non si può pretendere di più, si nientifica e
basta. Poi arriva Tedde, primo cavaliere della regina e mi manda una
mail. Dice che la sottoscritta ha offeso la reggente, dicendo
"cazzate"
di cui dovrebbe vergognarsi. I cavalieri moderni parlano tutti così
al
giorno d’oggi... Dice anche che la Turrini è una persona seria perché
è
l’allieva di Paolo Prodi, un nome, una garanzia... Due più due fa
quattro... Un re, una regina, un cavaliere, una castellana, e la
corte
universitaria dei sorbonagri che fanno, disfano, leggono, copiano...
E
l’informazione? Anche quella è soggetta all’estro della corte. La
Gazzetta di Parma ha pubblicato articoli lusinghieri sul libro della
Turrini. Ho informato la redazione che trattasi di un plagio
letterario. Li ho invitati a controllare. Mi hanno risposto di essere
infastiditi dalle mie mail. Dicono che in questa storia non c’entrano
per niente!!! Ma come? Pubblicano articoli elogiativi sul "giovin
signore" e non sanno neppure di cosa stanno parlando? Viva la libertà
di stampa. Morale della favola... C’è una morale?
Vedendo ogni giorno nelle vetrine delle librerie, accanto ad alcuni
titoli validi, libri quintessenza di innominabili schifezze, (scritti
magari dal comico di turno, dalla attricetta di grido, tutto
compromessi e poco arrosto, ah!) mi domando se c’è ancora speranza
per
chi, come me si manda da se.


Maria Antonietta Pinna
una sarda che si manda da se!


 
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