La moda nella crisi

Il cappello


Oggi pioveva, cosa c'era di meglio che comprare un cappello di paglia? Detto fatto, l'ho trovato per la modica cifra di 7,90 euro, proprio come lo cercavo: tipo borsalino con una piccola tesa e un nastro nero. La passione per i cappelli me l'ha trasmessa mamma, ne ho avuti molti, per tutte le stagioni e in tutte le età. Da piccola me li confezionava la modista con lo stesso tessuto del cappotto o del soprabito; ricordo che si acquistava circa mezzo metro di stoffa in più, poi si sceglieva il modello e la passamaneria: roba d'altri tempi, ma piacevole da ricordare. D'estate era più semplice, nei bazar vicino alla spiaggia si trovavano delle pagliette di diverse fogge che, a fine stagione, erano da buttare perchè deformate. Da adolescente, durante un indimenticabile viaggio con i miei verso il profondo sud, mi ritrovai nell'isola più chic dell'epoca e forse lo è anche adesso, cioè Capri. Naturalmente restai affascinata, oltre che dal paesaggio mozzafiato, anche dalle vetrine delle boutiques della piazzetta e delle viuzze vicine. Gita ad Anacapri, Grotta Azzurra e Faraglioni, cena su una terrazza vista mare, tutto spettacolare. Mi sentivo, però, un pò fuori posto, ammirando le varie mise delle villeggianti, perchè nella mia piccola valigia non c'era nulla che, secondo me, si accompagnava con l'aria dell'isola. Verso la fine del mio breve soggiorno ho rimediato: in un negozietto vicino al porto ho acquistato un vistosissimo cappello di cotone a fiorellini provenzali su sfondo rosso fuoco. Era molto grande e un po' assomigliava alle cuffie delle rivoluzionarie parigine, quelle che andarono a prendere il re a Versailles per portarlo nella capitale, ma questo l'ho imparato dopo. In ogni caso, con una certa noncuranza, l'ho sfoggiato nella mia piccola città di provincia, nella solita spiaggia che frequentavo e persino in montagna. La cosa più divertente era vedere gli sguardi incuriositi e ammirati, perchè quel cappello ce l'avevo solo io, a quei tempi Capri non era alla portata di tutti e la globalizzazione non era un vocabolo presente nel Devoto-Oli