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L'addio al maestro De Bonis


BISIGNANO Un’intera città piange la scomparsa del suo mentore: si è spento, ieri pomeriggio, il maestro liutaio Vincenzo De Bonis. Muore così un altro interprete della grande liuteria bisignanese, conosciuta in tutta Italia e nel mondo e che vedeva, nel cuore del piccolo quartiere di Giudecca, il motore pulsante di tanti strumenti di qualità. Un nome, quello dei De Bonis, che si lega inesorabilmente alla musica e agli strumenti d’autore, con diversi musicisti italiani che vantano, con orgoglio, di avere uno strumento bisignanese come amico. Classe 1929, Vincenzo De Bonis è stato un degno promulgatore della più antica famiglia liutaia italiana, con gli apprezzamenti che sono arrivati un po’ da tutto il mondo grazie a un lavoro costante, fatto sempre con passione e umiltà. Il maestro recentemente scomparso ha avuto, come sua grande peculiarità, quella di non snaturare anni di cultura, continuando a plasmare i suoi strumenti sempre all’insegna della tradizione. Nella sua bottega l’odore del legno e della colla era inconfondibile, e spesso ai suoi amici più cari offriva un bicchiere di vino, spiegando le caratteristiche delle sue ultime creazioni. Tra le caratteristiche recenti del marchio De Bonis, quella della chitarra battente, particolare strumento a cinque corde doppie, alcune di acciaio e altre di ottone, mentre sono un capolavoro del maestro Vincenzo anche i violini. Strumenti creati e trattati come figli per il maestro Vincenzo, meticoloso e tenace allo stesso tempo in ogni sua opera d’arte. Il prossimo museo della liuteria, collocato nella piazza di Collina Castello e il cui progetto è stato anche presentato nelle scorse settimane, sarà un degno omaggio per una delle storiche figure della città di Bisignano. Lo stesso maestro, nei mesi scorsi, aveva donato tre suoi strumenti per il museo «affinché alle future generazioni - dichiarava nel verbale di consegna - venga consegnato l’esempio della nobile arte della liuteria rappresentata e riconosciuta in tutto il mondo». I tre strumenti consegnati erano una chitarra battente con rosetta in pergamena, tastiera e paletta intarsiata, fondo e fascia in palissandro e filetti in acero realizzata dal maestro nel 1989, una chitarra classica in acero del 1999 e un violino realizzato, sempre dallo stesso maestro bisignanese, nel 1995. Proclamato il lutto cittadino, tutti i bisignanesi stanno rendendo già omaggio al maestro Vincenzo, che lascia il mondo terreno in punta di piedi.Massimo Maneggio - L'Ora della Calabria 2-12-13