M A S M A N

L'Ora dei saluti


Cari amici,è l’Ora dei saluti. Che non avrei mai voluto scrivere ma, tant’è, mi sa che oggi sono inevitabili. Finisce così, senza un perché evidente (come avete potuto costatare), finisce un po’ com’è iniziata, nel pieno di quel modus operandi che la Calabria del settore giornalistico vive. Così, passata Pasqua, la nostra regione perde una voce, forse la miglior voce, quella che non si è inchinata e piegata, che è morta con gli occhi aperti, sputando lacrime, sudore e sangue fino all’ultimo secondo.Si perde una voce, calerà il silenzio. Il mio e quello di tanta altra gente, uomini e donne prima che giornalisti, gente che ha sacrificato anni per una causa comune, nonostante minacce, querele e quant’altro, perché statene certi, oh voi ben pensanti, che scrivere in questa regione non è per niente facile. E statene pur certi che, a meno di un miracolo, uno staff giornalistico così preparato, efficace, dinamico e cazzuto non si troverà più: la maggioranza di noi, ve lo assicuro, non ha nulla da invidiare a colleghi nazionali. Il termine di grande famiglia mi sa di farsa, ma posso assicurare che negli anni quelli di Calabria Ora (poi, L’Ora della Calabria) formavano un bel team. Ricordo tante telefonate, le attese con la musichetta, i cambi di rigaggio, le serate al computer nel consegnare un pezzo, anche le incazzature, ma si remava tutti nella stessa direzione. Su di noi, statene certe, nessuno potrà mai sparare a zero: l’onestà della nostra scrittura era anche l’onesta della nostra vita di tutti i giorni.Ora ci saranno i riposi dei guerrieri. Personalmente ringrazio chi, nel corso degli anni, ha seguito il lavoro di un pinco pallino qualunque che, grazie a un giornale, è maturato anche come uomo. A citarvi singolarmente ci metterei una vita, ma non posso che ricordare con affetto le tante vicende seguite e l’umanità legate a esse, tutto il mondo della volley (e questo lo rivendico con un po’ d’orgoglio), il fatto di aver scritto le notizie del popolo, quello che spesso non aveva voce. Ecco, il silenzio dell’Ora sarà, ora, anche il vostro silenzio.Scusate, già da ora, se non sarò molto cordiale in questi giorni di Pasqua, ma francamente capirete i motivi e la retorica degli auguri la lascio ad altri.A presto – speriamo - giornalisticamente parlando. Massimo