La morte del calcio italiano va in atto. 90° minuto, totalmente privato di una forma seria di pallone, è comunque in onda, contro tutto e tutti. Quasi una sfida romantica, quasi una presa in giro, un po’ in base alle visioni che ognuno si è fatto del calcio. Ai figli di Mediaset tutto ciò non fa né caldo e né freddo, perché c’è Barcellona-Real Madrid e volano le pippe mentali: alla fin fine, la tv commerciale deve mandare in onda ciò che vende, mica bisogna dare spazio ad altro nel calcio italiano. I poveri saranno più poveri, i ricchi saranno più ricchi, grazie ai servizi montati con musiche discotecare in sottofondo e il touch screen per scoprire quante volte vanno al bagno i presunti fenomeni.A chi, invece, è cresciuto con la Rai (perché c’era quella, perché non c’era il digitale, i gol si vedevano sempre allo stesso orario, ecc.) oggi è stato dato un bel cazzotto. Due gare in anticipo, una partita all’ora di pranzo, un’altra alle tre, quasi una rarità vedere la Juventus di pomeriggio.QUELLI DEL “TEATRINO”. Quelli che salvano la puntata, ovvero Luigi Necco e Cesare Castellotti.
90° minuto, puntata del 22 marzo 2015 (quella con Castellotti e Necco)
La morte del calcio italiano va in atto. 90° minuto, totalmente privato di una forma seria di pallone, è comunque in onda, contro tutto e tutti. Quasi una sfida romantica, quasi una presa in giro, un po’ in base alle visioni che ognuno si è fatto del calcio. Ai figli di Mediaset tutto ciò non fa né caldo e né freddo, perché c’è Barcellona-Real Madrid e volano le pippe mentali: alla fin fine, la tv commerciale deve mandare in onda ciò che vende, mica bisogna dare spazio ad altro nel calcio italiano. I poveri saranno più poveri, i ricchi saranno più ricchi, grazie ai servizi montati con musiche discotecare in sottofondo e il touch screen per scoprire quante volte vanno al bagno i presunti fenomeni.A chi, invece, è cresciuto con la Rai (perché c’era quella, perché non c’era il digitale, i gol si vedevano sempre allo stesso orario, ecc.) oggi è stato dato un bel cazzotto. Due gare in anticipo, una partita all’ora di pranzo, un’altra alle tre, quasi una rarità vedere la Juventus di pomeriggio.QUELLI DEL “TEATRINO”. Quelli che salvano la puntata, ovvero Luigi Necco e Cesare Castellotti.