NO Autonomia Differenziata: una legge popolare per garantire uguali diritti da Nord a SudI recenti processi politici nazionali hanno aperto la strada all’attuazione dell'autonomia differenziata delle regioni nel nostro Paese. Ogni disegno politico attuativo di questo sistema porterebbe alla frammentazione del nostro Paese, alla legittimazione di profonde differenze tra cittadini in base alla loro residenza e avrebbe conseguenze estremamente negative per i Comuni del Meridione. L'Unità nazionale non è soltanto la coesione territoriale perseguita dalla nostra Costituzione (articoli 119, 120, 126), l'Unità Nazionale è anche e soprattutto l'eguaglianza dei cittadini nel godimento dei diritti di cittadinanza (salute, istruzione, assistenza, mobilità, lavoro, ambiente).Per tornare alla visione dei nostri Padri Costituenti, che perseguiva il principio dello sviluppo del Mezzogiorno e delle Isole, espunto dalla riforma del Titolo V del 2001 la quale inserì al suo posto il principio del Regionalismo differenziato, è opportuno mettere in sicurezza i diritti di cittadinanza sociale, e rafforzare le regole per la garanzia dell'unità nazionale, che non mortifichino le autonomie regionali e locali, e che consentano allo Stato di procedere a politiche di riduzione dei divari territoriali (nord-sud, aree interne deboli - aree urbane forti, aree di pianura - aree montane). Il testo della legge di iniziativa popolare il cui primo firmatario è il prof. Massimo Villone, che contiene queste precise proposte, è in fase di raccolta firme e il nuovo Regolamento del Senato garantisce che questa proposta di legge, al raggiungimento delle 50.000 firme necessarie per presentarla, sarà obbligatoriamente discussa in Aula.
Autonomia Differenziata, cos'è: una rapida spiegazione
NO Autonomia Differenziata: una legge popolare per garantire uguali diritti da Nord a SudI recenti processi politici nazionali hanno aperto la strada all’attuazione dell'autonomia differenziata delle regioni nel nostro Paese. Ogni disegno politico attuativo di questo sistema porterebbe alla frammentazione del nostro Paese, alla legittimazione di profonde differenze tra cittadini in base alla loro residenza e avrebbe conseguenze estremamente negative per i Comuni del Meridione. L'Unità nazionale non è soltanto la coesione territoriale perseguita dalla nostra Costituzione (articoli 119, 120, 126), l'Unità Nazionale è anche e soprattutto l'eguaglianza dei cittadini nel godimento dei diritti di cittadinanza (salute, istruzione, assistenza, mobilità, lavoro, ambiente).Per tornare alla visione dei nostri Padri Costituenti, che perseguiva il principio dello sviluppo del Mezzogiorno e delle Isole, espunto dalla riforma del Titolo V del 2001 la quale inserì al suo posto il principio del Regionalismo differenziato, è opportuno mettere in sicurezza i diritti di cittadinanza sociale, e rafforzare le regole per la garanzia dell'unità nazionale, che non mortifichino le autonomie regionali e locali, e che consentano allo Stato di procedere a politiche di riduzione dei divari territoriali (nord-sud, aree interne deboli - aree urbane forti, aree di pianura - aree montane). Il testo della legge di iniziativa popolare il cui primo firmatario è il prof. Massimo Villone, che contiene queste precise proposte, è in fase di raccolta firme e il nuovo Regolamento del Senato garantisce che questa proposta di legge, al raggiungimento delle 50.000 firme necessarie per presentarla, sarà obbligatoriamente discussa in Aula.