Le mie manie

Quadro storico Eritrea 1869


ERITREA QUADROSTORICO 1869  L‘affermarsi della presenza italiana lungo le coste africane del MarRossonel corso del XIX secolo va collocato nel più ampio e com plesso processo di espansione coloniale che porterà alla spartizione dell‘Africa tra le principali potenze europee. Interpretata dalla storiografia alla luce di differenti m otivazioni (fattori econom ici, politico-diplomatici, etici, m ilitari e di prestigio) la conquista coloniale del continente africano rim ane indubbiam ente un evento storico che haavuto grande im patto sull‘Africa e sull‘Europa . Nel più generale processo di espansione coloniale europeo, le ambizioni dell‘Italia sono di difficile e controversa interpretazione. Il Paese,appena unificato, viveva anni di grande arretratezza economica esociale, caratterizzati da forti nicchie di disoccupazione cheavevano a lungo alim entato intensi flussi m igratori verso le Americhe e l‘Australia. Questofenom eno può parzialm ente aiutare a com prendere il carattere estemporaneo ed a volte esitante dei prim i passi coloniali compiuti dall‘Italia a partire dagli anni imm ediatam ente successivi all‘unificazionedel 1861. In tale contesto non deve quindi stupire che aprem ere per l‘espansione coloniale dell‘Italia, più chespecifici gruppi d‘interesse rappresentativi del mondo economico, fossero personalità dai percorsi esistenziali tra loro più diversi. Em blem atico da questo punto di vista Giuseppe Sapeto, ex m issionario, insegnante di lingua arabaed esperto del Corno d‘Africa, che ebbe un ruolo di prim o piano nell‘espansione italiana sulle coste del Mar Rosso. Egli fece pressioni sulla Chiesa affinchè aprisse una missione cattolica in Etiopia (cosa cheavvenne nel 1839) e sul governo italiano invitandolo ad acquistare territori lungo il Mar Rosso, necessità ritenuta im prorogabile per garantire un futuro politico econom ico e di prestigio al neonato Stato unitario.E‘ solo in un secondo tem po che l‘interesse dell‘ Italia inizia a strutturarsi m aggiorm ente attorno a settori diversi: scientifici, attraversola nascita della Società Geografica Italiana (1867) e della SocietàAfricana d‘Italia (1882), e com merciali attraverso la Società di EsplorazioniCom merciali in Africa con sede a Milano (1879).  I progetti coloniali dell‘ Italia dovevano confrontarsi non solo con la precarietà delle strutture econom iche e produttive del paese, m a anche con un‘opinione pubblica che era in parte sfavorevole. L‘opposizione anticoloniale si m anifestò con particolare intensità in due settori, tra loro molto distanti: la sinistra socialista e la Chiesa. Parte della sinistra, il cui rappresentante più noto era Andrea Costa, criticava aspram ente la politica coloniale afferm ando che essa non avrebberisolto le reali priorità del paese (ad esempio, la questione del Mezzogiorno) m a violato i diritti di sovranità e di indipendenza nazionale su cui si fondava lo stesso Stato italiano. La posizione anticoloniale della Chiesa era più com plessa in quanto legata principalmente al conflitto tra Stato liberale e Chiesa che caratterizzò la storia politica italiana del XIX secolo. In tale prospettiva la Chiesa negava allo Stato laico la legittim ità di svolgere qualsiasi —missione civilizzatrice“ presso altre popolazioni, attività che essa rivendicava per le proprie missioni. Tale atteggiam ento di forte ostilità m uterà parzialmente solo a partire dal 1894, quando si ebbe un primo avvicinamento tra le due istituzioni, grazie alla mediazione di am bienti cattolici gravitanti attorno al cosiddetto movimento —conciliatorista“che sosteneva la necessità per i cattolici di im pegnarsi nella vita politicadel paese.  Iprogetti di espansione coloniale italiana nel Corno d‘Africaentrarono in collisione con gli analoghi interessi di altre forze internazionali e regionali quali l‘Im pero Ottomano orm ai in via di disgregazione, la Gran Bretagna, la Francia, l‘Egitto e l‘Etiopia. Massaua e più in generale le sue coste, da secoli crocevia di scam bi com m erciali eculturali tra entroterra africano, Mediterraneo, Medio Oriente e OceanoIndiano, assunsero valore strategico. La Turchia esercitava la sua influenza sul Mar Rosso m irando ad un ruolo egemonico su quei territori. A partire dalla seconda m età del 1800, sotto la guida del khedive Ism ail era stata avviata una politica m irante ad estendere il controllosull‘intera regione fino alle coste som ale dell‘Oceano Indiano. Due avvenim enti concom itanti dettero ulteriore impulso alla strategiaegiziana: la guerra di secessione am ericana, che aveva determinato unagrave crisi nel m ercato internazionale del cotone, e l‘aperturadel canaledi Suez che rendeva più sem plice ed econom icam ente redditizia l‘esportazione di beni prodotti nei territori sotto il controllo egiziano. Intali circostanze, il porto di Massaua , che era sotto il controllodell‘ Impero Ottom ano fin dal 1557, assumeva un ruolo fondam entale per vari com merci. Sugli stessi territori convergevano gli interessi degli imperatorietiopici che in quegli anni erano im pegnati in un com plesso sforzo di unificazione politica e centralizzazione am ministrativa ed ai qualiil controllo della costa del Mar Rosso garantiva l‘accesso alflusso di armi im portate dall‘Europa. Un‘ ulteriore ma non trascurabile circostanzaera rappresentata dal fatto che il Mar Rosso rivestiva una rilevanteim portanza economica grazie ai profitti realizzati dal traffico di schiavi provenienti dall‘Im pero Etiopico e dal Sudan e destinati ai mercatidella penisola arabica e del Vicino Oriente.  E‘ sullo sfondo di questi com plessi avvenim enti che va letta la prim a espansionecoloniale italiana in Africa iniziata il 15 novem bre 1869 con l‘acquisto di Assab e conclusasi con l‘occupazione di Massaua il 5Febbraio1885.