Calci:così ti vorrei

I CALCIATORI PAGHINO IL " CONTRIBUTO DI SOLIDARIETA' "


Ormai tutti hanno capito che il CALCIO non è più una questione di "cuore", di passione sportiva, di affetti. Dove sono finite le bandiere? I calciatori se ne vanno per qualche euro in più.  Non solo, ma il calcio, il nostro sport nazional-popolare, assomiglia sempre di più ad una industria, tale e quale a quelle del settore produttivo. Costi-ricavi, spionaggio (intercettazioni), si litiga per il contratto collettivo (qui servirebbe davvero un piano-Marchionne).. Ora si litiga anche per chi debba pagare il contributo di solidarietà, uno dei pochi provvedimenti condivisibili dell'ultima manovra del Governo. Chi deve pagare, le società o i calciatori? Non spetta a me dirlo. E, forse, dal punto di vista legale, tutti quei calciatori che hanno contrattato coi propri presidenti lo stipendio "al netto", hanno ragione a sostenere che debbano pagare le società. Ma a mio modesto parere non è questo il punto: se si discute di chi deve pagare significa che non si è capita la gravità della situaizone. Occorre rendersi conto che l'Italia è sull'orlo del baratro. Non è più il tempo delle vacche grasse per nessuno. I calciatori paghino per la loro parte, le società facciano altrettanto. Occorre riportare equilibrio. Il contributo di solidarietà non è neppure così "elevato", visto che parliamo, in molti casi, di persone che percepiscono uno stipendio con cifre a 5 o addirittura 6 zeri. Il monte stipendi complessivo della serie A ammonta a circa 1 MILIARDO DI EURO. Una cifra impressionante. Ed è solo una minima parte del denaro che gravita intorno al mondo del pallone.Non si può sentir parlare, tantomeno in un periodo in cui la disoccupaizone giovanile in Italia è alle soglie del 30%, di 20 milioni di euro netti a stagione offerti ad un giocatore.Molti di noi hanno una passione per il calcio fin da da bambini. E' così anche per me: l'ho praticato per molti anni, ho allenato nel settore giovanile per 10. Tutti noi contribuiamo alle spese pazze ed agli stipendi faraonici delldi questo dorato mondo. Lo facciamo recandoci allo stadio, oppure attraverso gli abbonamenti alle paytv, alle payperview, al canone rai, oppure semplicemente acquistando prodotti di ditte che, a loro volta, sponsorizzano le squadre di calcio.Ma quando è il Paese che rischia la bancarotta, mi aspetto sobrietà e solidarietà da tutti, a aprtire da Presidenti e calciatori: o si capisce che occorre tornare sulla terra oppure è meglio che cali il sipario.Massimiliano Ghimenti