massimopiero

Imagine


 I televisori che riempiono la vetrina del negozio di elettrodomestici trasmettono immagini di guerra in bianco & nero. Una vecchia prostituta in calzamaglia rosa, vestita come una Kiguruny Doller, osserva rapita le immagini, per poi voltare il capo in modo da avvicinare l'orecchio destro al vetro blindato, stringendo gli occhi come nello sforzo di ascoltare il suono, forse la musica, che accompagna quel filmato. Dall' altra parte della strada due porte, entrambe con una fila di persone che riempie il marciapiede nelle due opposte direzioni. Una delle due è una specie di cordone ombelicale che inizia all'uscita di un bar pieno di videopoker e termina al portone del SerD dell'ASL. Le persone vi entrano con lo stesso passo cadenzato della fabbrica del film Metropolis, mentre un finto cieco vende loro biglietti di una lotteria gratta & vinci. L'altra è una fila di disoccupati che hanno risposto ad un annuncio del Centro Commerciale dove si cercano Babbi Natale. I più ne escono da una porta sul retro dopo pochi minuti, con lo sguardo verso il basso. Gli altri ne usciranno a tarda sera, dopo il corso di formazione, già vestiti di rosso e con la barba bianca. Immagina non esista paradiso, non è difficile. Che non ci sia nessun inferno là sotto e là sopra solo il cielo. Immagina tutta la gente che vive solo il presente. Immagina che non esistano più le nazioni, le religioni, niente per cui fare la guerra, uccidere o morire. Immagina tutta la gente che vive in pace. Un infermiere del vicino ospedale ha appena terminato il suo turno e si dirige verso il parcheggio del Centro Commerciale, dove si offre di riportare i carrelli nell'apposita rastrelliera, dietro compenso ovviamente della moneta contenuta nel meccanismo sbloccante. Ne rimette al loro posto quattro, forse cinque, o comunque quelli necessari per una bottiglia di Sambuca. Immagina un mondo senza la proprietà privata, chissà se ci riesci. Un mondo dove non esistono avidità e fame. Immagina che le persone condividano il mondo, da buoni fratelli. Su una panchina poco distante, due ragazzi hanno in mano ognuno un pacchettino. Cercano di scambiarselo, ma nella timidezza fanno avanti e indietro con la mano che contiene la piccola scatola avvolta nella carta colorata, come se si dovessero dare il loro primo bacio, come se ci fossero in mezzo due nasi difficilissimi da scansare. Un rossore, un sorriso, ci riescono. I regali, invece, sono caduti per terra sulla neve. Puoi dire che sono un sognatore, ma sono sicuro che non sono il solo. Spero solo che un giorno ti unirai anche tu. La prostituta cosplayer sorride, ha riconosciuto le note della canzone. Le immagini di guerra in bianco & nero sono state sostituite dal volto di John che canta.