massimopiero

.....che viene il vento e ti porta via


La faccenda della tempesta di vento in Toscana della scorsa settimana tutti la conoscono per averla sentita al telegiornale, ma fino ad ora nessuno ha mai raccontato le cose come sono veramente andate. Anch'io ci ho messo un po' di tempo a capirlo, ma adesso penso di avere elementi certi che mi permettono di raccontare cosa è veramente successo.Il primo sospetto che c'era sotto qualcosa di strano l'ho avuto appena uscito di casa, la sera stessa. Certo, il tempaccio della notte successiva e della mattinata da poco trascorsa avevano sicuramente condizionato in negativo la voglia delle persone di uscire di casa, ma l'impressione che in giro ci fosse meno gente del normale era palpabile. Si notava soprattutto considerando il fatto che stavo andando in giro per le cantine di venerdì sera. Nemmeno una tormenta di neve fermerebbe le persone che di solito le frequentano e che adesso stranamente non incontravo. Spiriti liberi, mezzi matti e mattacchioni, anarchici nostrani e delle piccole cose quotidiane, personaggi fuori dal gregge. poco propensi al luogo comune e alle serate passate davanti alla televisione a guardare il serial o il reality di cui tutti (gli altri) parlano. Dopo il secondo bicchiere avevo trovato il coraggio di condividere questo mio pensiero con l'oste, trovando in lui un alleato nella strana condivisione di questo pensiero, ma che come la categoria impone, aveva velocemente chiuso la questione con la vaga e frettolosa soluzione che se li era portati via il vento. Dopo il terzo bicchiere non avevo fatto fatica a farla mia.Facendo la spesa, il giorno seguente, tutto era dimenticato e il supermercato era veramente stracolmo. Stracolmo di gente e di carrelli. Perché la quantità di spesa che tutti stavano facendo era talmente esagerata al punto che anche le coppie avevano un carrello a testa. Potrei giurare di aver addirittura visto alcune persone con più di un carrello, affannati dal compito di trascinarli entrambi, uno alla volta, pieni all'inverosimile, cozzando da tutte le parti, nel tentativo di avvicinarli alla cassa. Io cerco di solito di fare una buona spesa, che mi basti più o meno per la settimana, ma senza farmi prendere la mano da ciò che non è strettamente utile. Arrivato il mio turno alla cassa, sentendomi però un po' in difficoltà per il mio solo cestello di merce indispensabile, mi era comunque venuto in soccorso lo spirito di fare una battuta alla cassiera, ironizzando sul fatto che per un po' di vento era venuta a tutti la sindrome della catastrofe naturale al punto di accumulare provviste come se dovessero rimanere in un rifugio antiatomico per almeno tre mesi."E lei si fa vedere che compra solo questa poca roba ? E solo cose da mangiare, niente che non sia strettamente utile. Nemmeno, che so, un cellulare?"Che s'è perso il senso della misura in tutto ciò che è racchiuso nella parola "comprare" mi sembra davanti agli occhi di tutti. Ma che uno si debba sentire un reietto della società solo perché andando a fare la spesa il sabato al supermercato non compra né un cellulare né un televisore, o almeno un impiantino stereo, di quelli piccoli piccoli, fatti in Cina, che costano poco perché costano poco le vite di chi li costruisce, è una situazione degna di un incubo serio, di quelli che fai quando a cena mangi la peperonata. E poi, il cellulare ce l'ho già, da tanti anni, funziona bene. La televisione ce l'ho, e la guardo pure poco, quindi per quanto la consumo mi durerà altri cent'anni. Ma parlando proprio in generale, mi sembra già di avere veramente tanto di più di quello che mi necessita veramente. Mi capita più spesso di vergognarmi del troppo che ho, piuttosto che di quello che mi manca. Anzi, di quello che vorrebbero convincerci che ci manca. Ma in queste convinzioni, dopo questa nottata di vento fortissimo e assurdo, mi sento sempre più solo, perché i personaggi con i quali condividevo le mie idee tra un bicchiere di vino e l'altro, sembra che siano spariti.Anzi, pardon, "se li è portati via il vento". Come se esistesse una specie di complotto, un macchinario infernale a disposizione di chi tira i file del nostro grande Teatro dei Burattini, che con la forza di un vento incredibile rapisce le persone che non vanno bene portandole chissà dove.Sono venuti a trovarmi la domenica pomeriggio. Stavo facendo un po' di flessioni in camera come faccio spesso, per tenermi un po' in forma, quando ho sentito quel suono insistente del campanello. Erano i carabinieri. Anzi, no, erano due poliziotti, nemmeno, avevano però una divisa su quel genere, ne sono sicuro. Volevo finire la serie di esercizi, ma il campanello insisteva sempre di più."Scusate, ero in camera, stavo facendo un po' di ginnastica""Ginnastica? E perché non va in palestra?""In palestra? Per fare un po' di flessioni non c'è bisogno di andare in palestra. E poi, con tutto quello che ho da fare sempre in casa, di ginnastica non me ne manca mai, perché dovrei andare a buttare via i soldi in palestra?""Ah, un altro consumatore consapevole, un altro eroe che non vuole comprare e non vuole spendere, che divide le cose in necessarie e non. Stia molto attento, potrebbe fare la fine degli altri" E se ne erano andati.Maremma bonina, se li è veramente portati via il vento.