massimopiero

La ragazza che passa


E’ una storia vera. Volti, date, nomi. Due poeti, Vinicius e Antonio. Una ragazza che si chiama Heloisa. Settembre del 1962.Il tragitto da casa a scuola, forse da scuola a casa, o chissà da dove a dove, camminando lungo il viale che costeggia il mare. Un gesto quotidiano, tutti i giorni alla stessa ora, assorta nei suoi pensieri, senza accorgersi di chi ogni giorno la osserva, con un gesto altrettanto quotidiano. Perché per quanto cerchi di nasconderti, c’è sempre qualcuno che ti trova. Infatti, come spesso succede nella vita, l’imponderabile è sempre in agguato. Un poeta, anzi due, seduti al tavolo di un bar che l’hanno vista mentre parlavano seduti dall’altra parte della strada, che la vedono tutti giorni passare, che si sono accorti di lei come se il tutto il mondo fosse grigio, buio, e lei una luce che illumina con mille colori. L’hanno vista e sono rimasti silenziosi, non potendo fare a meno di distogliere il loro sguardo. Nella mente di questi due matti, la fotografia è già impressa in modo indelebile. A questo mondo tutto finisce, il mito dell’eternità giustamente non ci appartiene. La vita sarebbe meno bella e meno vera se non fosse così composta di attimi che passano e vanno via. Però esiste la possibilità di cogliere uno di questi attimi e renderlo eterno. Non si può ottenere con il denaro, non si può imporlo con la forza o con il potere. E’ un privilegio che pochi hanno. Non possono esercitarlo su se stessi, ma solo regalarlo a ciò che entra dentro di loro, che muove la loro anima. E così la ragazza che vuole scomparire tra la gente e non vuole esistere, entra nella storia della poesia perché passata davanti agli occhi di due poeti, riusciti a vedere in lei quello che non riusciva a vedere in se stessa. Sono riusciti a vedere che al suo passaggio tutto ciò che è grigio diventa colorato.Olha, que coisa mais linda,Mais cheia de graça,É ela, menina, que vem e que passa,Num doce balanço, a caminho do mar.Moça do corpo dourado,Do sol de Ipanema,O seu balançadoÉ mais que um poemaÉ a coisa mais lindaQue eu já vi passarAh, por que estou tão sozinho?Ah, por que tudo é tão triste?Ah, a beleza que existeA beleza que não é só minha,Que também passa sozinhaAh, se ela soubesseQue quando ela passa,O mundo inteirinhoSe enche de graçaE fica mais lindoPor causa do amor.“Artisti ? Gente furba. Dipingono la normalità in modo distorto e strano per attirare l’attenzione e diventare ricchi. Nessuno ha mai visto in giro donne con il collo così lungo come quelle di Modigliani, o gente che assomigli a come la dipingeva Picasso, campi di girasoli infuocati, cubi rossi blu e gialli, uomini che volano tenendo per mano la propria amata. Volete ritrarre una cosa come realmente è….? Niente di più semplice e veloce, una bella fotografia digitale. Perfetta. Quindi smettete di pensare a queste cose, sedetevi sulla vostra poltrona sonnifera preferita e accendete la televisione.....” Io invece ho sempre avuto il dubbio che le cose siano veramente come queste fortunate persone hanno la possibilità di vederle. Il dubbio che sono loro ad avere ragione.