PER ASPERA AD ASTRA

Imperfetto .. se tutti l'ammettessimo ..


I M P E R F E T T O Come mendicante con un suo stile, Rovistante tra cumuli della stagione avversa, Perdono ai cattivi odori; Clemente alle disarmonie perdono disordini di cose, La puntura molesta, il livido su la carne bianca; Perdono il sorriso amaro, l’incompleta forma, Le rughe dei canuti curvi; Perdono l’anima lasciata sola, Il riflesso abbagliante che maschera la vista, L’indifferente scorrere dei volti; Perdono l’assenza di un senso nell’ordine o disordine di eventi, O l’inappropiato senso di taluni; Perdono chi s’appropria del tuo tempo, i mediocri intenti, Perdono il tempo morto senza eroi; Perdono il carico silenzio, A chi non ebbe coraggio, a chi ne ha avuto troppo da perire; Perdono la tua sfida, con cui entrata mi sei in vita, Come una spada, come una ferita; E il mio nemico astratto, che troppo a lungo ha sonnecchiato; Perdono il sonno che ruba vita, L’arido spettro, che meramente mi lusinga; Perdono l’insofferente veglia protesa a inafferrabile chimera; Perdono la tua grazia, che sfolgora in cortili, Invade il mio vagare assorto, assorda ... l’inesorabile declino; Perdono a questa mano nuda e sola, Che stringe l’eco che la coscienza ignora, Che stringe il filo da due occhi a un cuore, Stringe la spina, che pur fa sangue, Ma .. non duole.