PER ASPERA AD ASTRA

quando amiamo profondamente.. ............... e non vogliamo ammetterlo .....


I L N O M E Ciò ch’è tra noi Non hai voluto avesse un nome, Eppure ci siamo sussurrati, Quasi persi in uno sguardo, Succhiati vite; Non hai voluto .. Se per più a lungo gustarne il sapore Scacciammo il padron de la notte, Se c’interrogammo, Pur senza pretese .. Quando il pietoso gestor d’ illusioni, Trovatici esausti, Ci carezzò il capo, Noi traghettammo Al di là di fumosa coscienza. E senza un nome Ad ogni sole Si è risvegliato fresco Come lo meritasse un nome. Da un po’ sei via Nessuna giocata per domani; Chi investe affetto, e tanto, Sarà pur buon incassatore, Anche di dolore. Quella cosa, ch’è senza nome, giace in letargo, Lanciando sassi indolente In uno stagno Scrutando, Se mai ci sarà, La Nuova stagione. Non la tua voce a fugar incertezza, Non madreperla mano a tenere il presente, Non scompigliabili chiome a ospitar l’irrequieto, Non labbra tue di latte sui confini più arditi, Nessuna pelle di seta per tumultuose razzie. Nulla. In questo tempo, Che è sempre tuo tempo, Il guardiano dei sogni la fa da padrone; Giusto in sonno ti vivo Senza dolore d’assenza, Perché in sogno si sa L’illusione è realtà. Quando posso Affido a le notturne ronde il ricordo. Come candele rimaneggio le notti : Quelle arse e quelle ancor da bruciare E prima di obliare Lancio pietre piane A rimbalzar su lo stagno, Schegge di desideri .. Non so dove, Illusori frammenti In una qualche direzione. Lancio dentro la notte Un mio pensiero a te noto, Sperando ti arrivi Nella tua lontananza, Occasione per leggerti dentro. Dietro ai miei occhi, Inaccessibili a stelle, Ti lancio il Nome, Anch’esso luce, Ad onorar Nostro Tempo. Dall’Aurora invisibile è reso, Tra ipocrite Maree, Ma poi risorge, Ad ogni nuovo Buio ricompare E si fa Grande, Nella verità mia d’illusioni, Nel caos di tue emozioni, Nell’Arte nostra d’Intesa. Non più timori, Dormi serena, Io già lo faccio, Ha un nome adesso il nostro Amore, E lo sai bene.