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Facciata del Duomo

Post n°7 pubblicato il 30 Ottobre 2006 da Matrixart
 

Una caratteristica che ritorna in molte chiese della diocesi di Volterra (area attraversata dalla via Francigena) è il fatto che nel mezzo della facciata ci sono queste tre arcate cieche di cui due più piccole e più strette e basse e quella centrale è più alta. La parte aggettante nel mezzo non è affatto stata aggiunta dopo perché è di un materiale diverso e raffinato rispetto al resto, ma è proprio una caratteristica di avere al centro questa triplice arcata con un’arcata centrale più grande e alta e le due arcate laterali più strette. I modelli sono sicuramente pisani e qui vediamo anche le losanghe gradonate che sono abbastanza irregolari e sgangherate nella loro forma, come sono anche quelle di San Piero a Grado o San Zeno a Pisa e quindi hanno ancora un carattere ancora come quelle chiese del XI secolo a Pisa. Invece il portale centrale ha questo classicismo fortissimo come noi lo troviamo nel Duomo di Pisa, però non è detto che per questo le due parti devono essere di epoche diverse, ma sono semplicemente due modelli pisani diversi. Nel portale centrale c’è un tale classicismo che si rimane incerti se si tratti almeno in parte di materiale di spoglio o no; il capitello di destra è antico perché ne si ritrovano simili nel teatro romano di Volterra e quindi proverebbe dal teatro romano di Volterra, mentre il capitello di sinistra è sicuramente romanico ma ispirato in qualche modo a quello di destra.

Se guardiamo in alto le cornici sotto gronda sono si di una maestranza locale e che non ha nulla a che vedere a quella pisana, lì abbiamo lo stesso linguaggio che si trova nelle chiesette della via Francigena, come per esempio Badia a Coneo, Badia Isola o la Pieve di Cellole. Sono dei bassorilievi molto piatti in linea con la tradizione alto medievale e quindi da questo noi vediamo che si tratta di un’opera unitaria però eseguita da maestranze diverse in parte pisane e in parte locali, dove i modelli pisano sono diversi, modelli più attardati come le losanghe e modelli più moderni nel caso del portale. Il problema è che è andato perduto il probabile modello principale di questa facciata, cioè la facciata che Buschetto aveva costruito nel Duomo di Pisa. Il Duomo di Pisa fu costruito in due fasi, prima da maestro Buschetto fra 1064 – 1118/20 e ci sono due cerimonie di consacrazioni una del 1118 e una del 1120; poi viene allungato e richiede una nuova facciata di maestro Rainaldo che dovrebbe essere intorno al 1150. Siccome la vecchia facciata di Buschetto è andata perduta noi non sappiamo fino a che punto questa facciata del Duomo di Volterra rifletta il modello della facciata buschettiana che non c’è più. È possibile che la facciata di Buschetto fosse simile e lo possiamo dire perché ci sono una serie di altre chiese negli intorno di Pisa e in una vasta parte della Toscana che hanno facciate più o meno simili e sembrerebbero tutte quante derivate da quel modello della facciata di Buschetto; Pieve a Chianni, Cascina, Villa Basilica. Ci sono parecchie facciate di chiese toscane dove non abbiamo le loggette in alto ma abbiamo dei prospetti grosso modo come questo. Quindi già Salmi e poi Sanpaolesi pensavano che potrebbero essere delle derivazioni dalla perduta facciata buschettiana del Duomo di Pisa.

Il fianco che probabilmente è precedente alla facciata, perché generalmente le chiese non finivano con la facciata e infatti questi elementi pisani scompaiono e invece abbiamo un tipico linguaggio locale; qui la datazione è verso il 1120.

La maggioranza delle cattedrali medievali erano affogate in un contesto urbanistico e se ne vedeva qualche spiraglio qua e là, mai l’ insieme come lo vediamo oggi.

Il linguaggio che vediamo eseguiti i dettagli non è per niente pisano ma è tipico della Toscana più interna, che in un certo modo è più imparentata con l’ Umbria, con l’alto Lazio che non con Pisa; Pisa guarda all’ Oriente, agli Arabi e poi c’è un fortissimo senso di recupero della classicità antica; mentre la parte interna della Toscana è un mondo completamente a parte. Il Duomo di Volterra è interessante perché costituisce come una sintesi di questi apporti pisani che vediamo nella facciata e in qua e là, però poi con un mondo totalmente diverso da quello pisano.

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