Pensieri in fuga

Quel bimbo....


Ho appreso da poco una terribile notizia, e come me penso tante altre persone.Volevo scriver delle cose oggi sul blog… però la notizia mi ha gelato il sangue.Oggi qui da me splende il sole. Immagino i parchi saranno pieni di gente, che approfittando della giornata di sole e della temperatura piuttosto mite, andranno al parco, da soli, a leggersi un buon libro, in coppia, a rilassarsi ai piedi di qualche albero, con cane o i propri figli, per lasciar che entrambi diano il libero sfogo alla vita con una bella corsa all’aria aperta, a rotolarsi nell’erba e coi genitori allora subito a dire “ti sporchi i pantaloni e poi devo lavarli!” “Quel segno d’erba non vien più via poi”, ma i bimbi queste cose non le badano, glielo vedi stampato in viso quello che è l’unico loro pensiero. Esser genitori non è certo facile. Dicono sia il mestiere più difficile al mondo. La cosa più difficile per un genitore credo sia però dover accettare la morte del proprio figlio. E’ già dura dover accettare che il fato, il destino o come altro cavolo lo si vuole chiamare ha voluto strapparti dalle braccia il frutto della tua stessa carne, lasciandoti una culla o un letto vuoto, dei giocattoli sparpagliati in una stanza vuota, figuriamoci come si può anche solo pensare che a porre termine a quella giovane vita sia stato un adulto, talvolta anche lui genitore. Assurdo no? Ma assurdo è dir poco, è mitigare quella collera, quell’indignazione, quello schifo che sentiamo dentro al sentire simili notizie, che quando accenna a placarsi, perché il mondo ogni tanto sembra girar bene, che ecco allora ricomparir sui media nuove orribili notizie.Penso che quando uno ci dà un pugno, ognuno di noi reagisce tentando di restituire il pugno o quantomeno colpirlo. Quando uno in auto mi taglia la strada, gli alzo i fari, o lo insulto (meglio evitar di toglier le mani dal volante per gestacci, ora potrebbe esser sanzionato). Insomma… reagiamo al torto subito, talvolta in maniera proporzionale, talvolta in maniera eccessiva, ma non è questo il punto… Il punto è: come può reagire un bambino di pochi anni? Come può esprimere il suo disappunto, la sua innocente e indifesa persona così violata? Non ha la forza necessaria per stringerci un dito, come avevo detto in un precedente post, figuriamoci fermare un bastone, una cinghiata, o le mani di un adulto che come una bestia si scaglia contro quella piccola creatura così fragile ed indifesa, e per cosa poi? Per far un torto ai genitori? Per chieder soldi e risolvere con un gesto violento la loro vita disagiata? Perché il destino non ha voluto per loro lo stesso bene e la stessa fortuna che altri genitori invece hanno, o meglio avevano, visto che nessuna delle ricchezze di questa terra ridarà loro il proprio figlio. E’ un sipario che si chiude in un nero cupo da cui non traspare più luce, perché così è finita una vita, così si spegne una parte di noi.