E' finita...

Riflessioni in quel di "Case Rosse"


mmmmmmmmmm.... mumble mumble.... ormai devo entrare pian pianino nel mio blog... tanto l'ho trascurato e tanto sono stato avaro di osservazioni, commenti, sfoghi, banali racconti o foto improvvisate.... non sembra neanche più mio... vediamo un po dove riiniziare..... come tutti i migliori inizi, meglio iniziare dalla fine.... e la fine è questa:Vorrei poter iniziare qui una nuova veste del blog... nel senso di un nuovo filo conduttore e un nuovo scopo... senza dover rinnegare la precedente parte... piuttosto acerba e poco graffiante.... Ciò che ha sempre fatto da collante fra la realtà che ho costruito e le mie azioni non può essere che la perfetta fusione tra uno spirito contemplativo, metodico e metodologico, e uno astratto, fantasioso... un che di folle... difficile farlo trasparire dalle pagine di un blog...  mumble mumble....Riiniziamo dalla fine.. dicevamo:In quel di "Case Rosse", quartiere di Guidonia, alle porte di Roma...mmmm a proposito...ma perchè si dice alle porte?? e allora quali sono i soffitti e gli infissi di Roma?? mahhhh ... dicevo... in quel di questo quartiere "abbastanza" isolato si sono consumate le mie ultime 5 settimane... ad essere ottimisti tale bilancio non può che essere positivo... anche se il termine "consumate" è più che mai adatto visto l'implosione che ha avuto la mia vita... comunque.... il lavoro è decisamente interessante... non posso dire bello... potrei definire bello un tramonto osservato dal picco dell'unico monte di un isola deserta nell'unico lago dell'intera Africa... dicevo... interessante, appunto.  I colleghi di lavoro sono tutti disponibili... l'azienda è a due passi da dove abito e allo stesso tempo sono vicino alla mia patria natia... che non è Zante ( oggi Zacinto) come vi aspettavate, ma ancora una volta CassinTown. Come posso raccontare qualkosa di interessante dal punto di vista umano se passo 10 ore al giorno in una azienda a impazzirmi per fare conti e applicare specifiche per cercare in qualke modo di NON far schiantare i treni gli uni con gli altri? Ammetterete che è una impresa disperata... mumble mumble…Una sensazione curiosa che posso provare a trasmettervi è quella della presa di coscienza della figura del consulente e della percezione di quello che si è per gli altri lavoratori “normali” aziendali. Per carità, lavoro stimolante, sicuramente di grande spessore e non comune, ma vorrei farvi entrare nell'ottica di colui il quale è "Straniero in terra straniera":1) Innanzitutto provate a rispondere alla domanda che vi può porre un anziano signore, cercando di essere gentili pur coscienti che se oggi il mondo di lavoro è una m…da è anche colpa sua…. dicevo… provate a rispondere alla domanda :<< Giovanotto, che lavoro fai? Per chi lavori?>>  (N.d.R: la domanda è stata tradotta dal dialetto arcaico al pseudo-italiano corrente, non nel senso degli Ampere, nel senso di italiano contemporaneo(?)) Beh vi assicuro che la domanda non è di facile risposta neanche per me che ci sono dentro… se pensate che spesso (è il mio caso?) si è assunti da una società che in realtà fa parte di un’altra società più grande che tra l’altro sta per cambiare nome ma che si lavora per una azienda che a sua volta lavora per un progetto per una nota azienda para-statale e talvolta tali progetti vengono dati in appalti ad ancora altre aziende… è già un miracolo che si venga pagati, no??2) Il ruolo nell’azienda: si inizia con il sorriso sulle labbra, dicendoti, in tono scherzoso, che noi consulenti veniamo assunti per trovare un capro espiatorio qualora le cose non vadano bene… vi pare il massimo della serenità? 3) Poi inizi a notare tante piccole cose, tipo non puoi vestirti come cavolo dici tu… non dico con i boxer sopra i jeans e lo smanicato ma almeno bastasse essere vestiti decenti!!! No… devi portare la divisa.4) Poi individui di dubbio ruolo e di ancora più dubbie capacità intellettive iniziano a farti una sorta di tutt’altro che subdolo lavorio mentale per rompere quel po’ di serenità che ti era rimasta… una sorta di stillicidio delle uniche certezze che riempiono le notti italiane… la certezza di essere nel paese del “vivi e lascia vivere”. Macchè???  Monitoraggio costante di quello che stai facendo… ti fanno venire pure i dubbi se cronometrano se stai troppo tempo in bagno.5) Non giovano i vari aneddoti dei colleghi più anziani che fomentano lo stato di oppressione tessendo senza sconti tutta una serie di avvenimenti e richiami, ufficiali e non, su tutto ciò che concerne il tuo essere consulente.6) Persone che incontri alla macchinetta del caffé, chi sembra un idiota qualunque che pensa di essere simpatico e allora sfoggia un improbabile repertorio di frasi di circostanza, ma che in realtà altri non è un tuo acerrimo rivale di un’altra azienda che aspetta di entrare in confidenza per scoprire magari che sei allergico al caffé e quindi somministrartelo nel sonno….7) Un odioso cartellino ricorda a te e agli altri che sei un diverso… un “guest”… una sorta di “paria”. Se scordi di metterlo ti senti nudo…8) Devi farti “rimbalzare”, come si dice a Roma, qualsiasi osservazione e commento da parte degli interni… molto probabilmente una loro parola negativa in un momento particolare potrebbero farti perdere il lavoro.9) infine scoprire  che tutto sommato il tuo stipendio lo devi spendere in spese di affitto e sussistenza, per poterti comprare una casa devi aspettare un’ondata di peste che stermini il 50% della popolazione, essere cosciente che non stai versandoti i contributi e la pensione non solo non l’avrai… ma neanche te la puoi immaginare…se ti ammali sei fottuto perché non sei pagato…mmmmmmmTengo a precisare che io personalmente sono stato fortunato in quanto i miei superiori sono tutte persone disponibili e comprensibili, e questa riflessione gliela devo.mi fermo qui … sto riflettendo troppo… mi sto sentendo uno specchio (?)… A presto con spero riflessioni più ottimistiche. ;)