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Il cambiamento come avidità (3°parte)Una donna mi raccontò che suo figlio aveva ricevuto un premio dalla sua scuola superiore. Il premio gli era stato concesso per la sua bravura negli sport e nelle materie accademiche. La donna si rallegrava per lui, ma era quasi tentata di dirgli: Non compiacerti troppo di quel premio, perchè non è detto che le cose ti andranno sempre altrettanto bene.Era combattuta: non saperva come prevenire le future delusioni del figlio senza rovinargli la festa di quel momento. Auspicabilmente, il ragazzo imparerà e nel frattempo anche la saggezza della madre aumenterà.  Non c'entra quello che lei gli dice e non gli dice. Dipende tutto da come diventerà lei: allora sarà in grado di capire, e saprà cosa dire e quando dirlo. Quel premio è il risultato di una competizione che può essere crudele, se basata sull'odio nei confronti di se stessi e degli altri. La gente è contenta sulla base della scontentezza di qualcun altro. Si vince sconfiggendo qualcun altro. Non è terribile??? Eppure è data per scontato in un ricovero per matti!!!                                                 A. De Mello