popoff2002 il 10/02/17 alle 04:27 via WEB
Grazie balsami : La nostra civiltà si allontana sempre di più dall’usare carta e penna: scriviamo sul pc, facciamo i calcoli con il cellulare, disegniamo sulle tavolette grafiche con le digital pen. C’è chi vede in questo una evoluzione della specie umana verso maggiori capacità di elaborazione e di pensiero. Chi al contrario crede che questo comporterà un degrado delle capacità umane dovuto alla perdita dell’uso della manualità intesa come arte di muovere la mano per realizzare cose armoniose o dense di significato. Dal tecnopassato, ad esempio, emergono alcune tecnologie della civiltà inca che sembrano contraddire il nostro comune concetto di evoluzione. Gli Inca non conoscevano alcun sistema di scrittura convenzionale eppure sono una delle maggiori civiltà precolombiane: notevoli capacità archiettoniche ed urbanistiche, efficiente amministrazione civile e militare, ottimi ingegneri ed ovviamente capaci astronomi. Tutto questo senza scrivere una riga, almeno nel modo a noi concenzionale. Già perchè, i loro quipu, sembra siano stati un sistema di memorizzazione dei dati e quindi anche di scrittura e lettura degli stessi. Chi usava papiro ed inchiostro, e chi come loro, corde e nodi. Il tecnopassato degli Inca, però, non è fatto solo di quipu ma anche questa strana famiglia di oggetti: La yupana a prima vista assimiglia poco a quello che invece è: ossia una calcolatrice del XVI secolo, la versione andina dell’abaco. Se ne trovano di vari tipi, realizzate su pietra con degli incavi squadrati, una sorta di scacchiera che in parte evoca gli appezzamenti a terrazze tipici delle Ande. La yupana è stata un enigma per molto tempo tra ipotesi di oggetto ornamentale e appunto sistema per fare i calcoli. Nessuno aveva trovato il modo di spiegarne il funzionamento. Poi un giorno un ingegnere abbruzzese, Natalino De Pasquale, riceve in regalo dal nipote un libro di enigmi matematici in cui sono illustrate miniature andine che mostrano scacchiere e palline (vedi la prima immagine in alto). In quaranta minuti decodifica il sistema e scopre il funzionamento della yupana. Gli Inca appunto non scrivevano, e quindi usavano i semi di mais per fare i calcoli sulla yupana. De Pasquale a scoperto che questa calcolatrice si basa sulla serie di Fibonacci (1,1,2,3,5..) per minimizzare il numero dei semi da utilizzare. Quindi gli Inca la conoscevano già prima di entrare in contatto con gli spagnoli. Ogni casella della yupana esprime in preciso valore moltiplicativo; sul bordo le casella delle unità, delle decine, delle centinaia e così via, mentre al centro le caselle che valgono 2x, quelle che valgono 3x, e quelle che valgono 5x. Il tutto duplicato a sinistra e a destra per operare con due numeri. Posizione e quantità dei semi nelle caselle determinano il valore numerico che si vuole. Quindi attraverso una serie di movimenti dei semi nelle varie case della yupana, si arriva ad operare calcoli matematici anche molto complessi che raggiungono capacità e precisione di calcolo paragonabili agli attuali computer. Niente scrittura e niente uso delle zero. Gli Inca facevano calcoli con le yupane e registravano il dato sui quipu che fungevano da sistemi di scrittura e lettura. Tutto questo ci dice qualcosa sul possibile futuro ? Yupana + Quipu = Tablet Inca. Magari dalla parti di Cuzco ci fu un certo Jobstualpa che…….infatti in una foto si vede Steve Jobs con in mano una YUPANA
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