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Orsobimbo


In ogni famiglia c’è un bambino. Non è vero. Ci sono famiglie con due, tre, dieci figli e ci sono famiglie senza bambini. Ho conosciuto famiglie senza pargoli che sono più famiglie di famiglie con prole. Insomma, checché ne dica madre chiesa, che ha vietato il matrimonio a un disabile per incapacità riproduttiva, ciò che rende famiglia una famiglia non è la riproduzione. Ma questo per ora non ci importa. Dicevo che in ogni famiglia c’è un bambino, perché mi riferivo alle famiglie dell’universo mediatico. Insomma il mulino bianco. Ora, i bambini degli spot e delle fiction italiane in genere non sono italiani. Sono troppo biondi o troppo fighetti per appartenere alla nostra etnìa ruspante (avete presente i giovani popolani del Caravaggio?). Però nella cattolicissima famiglia Cesaroni il bambino, un bel bambinone, è proprio un italiano, un tipico bambino italiano. Avete presente quei bambinoni un pò troppo cresciuti che non stanno mai fermi? Quelli che magari sono di buona famiglia (non hanno voglia di studiare ma sicuramente faranno carriera, hanno il posto assicurato nell’azienda o nello studio paterno), però sono venuti così, con un aspetto un pò rozzo, prepotente. Arrivano tutti sudati e non chiedono scusa o permesso, si fanno avanti e ti guardano sfidandoti. A scuola si divertono a provocare: il professore gli fa “guarda che ti metto una nota...” “Me la metta!” rispondono. Che amori di mamma. Alzano la gonna alle compagne, ma più che altro per curiosità. Nel sesso sono autosufficienti. Per loro, che non stanno mai fermi, è l’unico momento in cui hanno un pò di pace: si toccano il bigolino e, finalmente, sorridono. Sono un pò sadici, come tutti i bambini. Si divertono a tirare con la fionda agli uccellini, li raccolgono feriti e li sotterrano vivi; oppure se catturano un topolino lo mettono in una gabbietta e poi lo immergono nel canale: quando sta per annegare lo ritirano su, aspettano che si riprenda e poi lo reimmergono; finito col topolino, mettono il gatto in lavatrice. Si divertono così, e quando sono grandi vorrebbero continuare, ma non si può per una questione di bon ton: non sta bene perseguitare gatti e topolini. Molto meglio inseguire zingari ed extracomunitari. Eccoli allora, con la loro camiciola verde stirata da mamma (che intanto è invecchiata, ma è orgogliosa di quel figlio che sprizza ormoni), eccoli  a fare le ronde e a gridare slogan pieni di suoni gutturali. Ma questo solo il sabato sera, ora non hanno più tempo di giocare, sono stimati professionisti, anche se hanno modi da orso. Però qualcosa di bambinesco gli è rimasto. Si muovono in modo goffo come un tempo, e il viso è ancora quello paffuto di un bambino, ma con qualcosa di sinistro: la fronte è cresciuta troppo, ora c’è qualcosa di frankeisteniano nel volto arrossato di sempre. Lo spirito di contraddizione d’altra parte, è rimasto uguale a quello di un tempo. Da bambini se gli dicevano di non toccare la marmellata, si arrampicavano sulla sedia e rovesciavano tutta la credenza. Ora se gli dici: “Dai non mostrare la maglietta, lo sai, con la religione è meglio non scherzare” loro rispondono“No!” E allora tu magari ribatti “Dai, lo sai che poi possono scoppiare dei tafferugli, potrebbero morire delle persone....non ti fanno pena quelle persone?” “E a me che mi frega?” Il bambinone ride e si tocca il bigolo.... “Dai, cerca di ragionare...” “Nnnnnnn....No!” dice lui. E poi mostra la maglietta. Ecco il bambino del governo Cesaroni è così, gli piace provocare.