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Nata in cascina


Qualche giorno fa ho cancellato un post in cui mi scandalizzavo per la probabile parentela della Gelmini con Don Gelmini. Smanettando, smanettando in internet (ma ce n'è voluta) sono riuscito ad appurare che le cose non stanno così, che la pupilla di B. è figlia di un sindaco democristo e con il prete-Jaguar non dovrebbe centrare niente. L'estrema difficoltà di appurare di chi cavolo è figlia questa perfetta sconosciuta, ci fa capire come la "disinformazia" funzioni bene anche a sinistra. Insomma preferiscono che la gente continui a sospettare che le cose stiano così, come dalla parte avversa si lasciava intendere che la Franzoni fosse imparentata con la moglie di Prodi, e questa fosse la causa della sua intoccabilità. Fatte queste considerazioni su un sistema dell'informazione ormai marcio, mi compiaccio di aver perso tempo a cercare notizie sulla ministra, perché così ho riscoperto una intervista alla sorella sul corriere. Dunque in questa intervista c'è il solito panegirico, la storia della brava ragazza che è impegnata ecc ecc. però mi ha colpito questa espressione: in campagna, in una cascina, è nata Mariastella. Ora fermiamoci un attimo a pensare: cosa vi ricorda? Nata in una cascina = nata in una stalla = La Madonna e Gesù bambino. Non sto scherzando. Se confrontate l'intervista autoelogiativa di Brunetta a Repubblica (vedi il mio post al riguardo) anche lì c'è il riferimento implicito ai vangeli (la professoressa supplente che rimane colpita dalla sua straordinaria intelligenza = Gesù e i dottori del tempio). Anche Berlusconi, con la scusa del sondaggio, era riuscito ad associare il suo nome a quello di Gesù Cristo. Insomma avete capito cosa stanno facendo no? Questo governo estende lo spoil system anche all'immaginario collettivo e alla spiritualità popolare. Loro si prendono tutto, comprese le scene dei Vangeli o Gramsci come icona della sinistra. D'altronde non hanno problemi a farlo visto che con la proprietà o con il ricatto, di fatto manipolano l'informazione pubblica (avete notato come questi pompini giornalistici, molto più osceni delle frasi della Guzzanti, siano pubblicati da giornali sedicenti indipendenti o di opposizione?). La scelta della Gelmini è dunque un'operazione eminentemente mediatica, che agisce su più fronti. Da un lato, la signorina è priva di un passato politico, il che la rende plasmabile come il pongo, dall'altro fisicamente fonde in sè sia l'immaginario pubblicitario del "tipo della maestra" degli spot, sia il tipo della "contadina" vandeana rozza ma di solidi principi che fu rappresentato in parlamento per la prima volta dalla Pivetti (per continuare l'operazione del sottrarre consensi alla lega già iniziata con l'operazione "esercito nelle strade", che risponde alle ronde padane). Non a caso Bossi ha reagito attaccando proprio la Gelmini: la Pivetti è stata fagocitata dai mass-media (per fortuna nostra) e il suo "personaggio" viene sostituito, proprio come nel casting di una soap opera, da una di Forza Italia. Che schifo.