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Il Times contro la ministra dei pompini


Come al solito, per avere un minimo di informazione obiettiva sulle cose di casa nostra, bisogna guardare all'estero. Il Times ha pubblicato un articolo molto duro sul DDL Carfagna contro la prostituzione. Tra l'altro ha ricordato l'opinione della presidente del movimento per i diritti delle prostitute, secondo cui non può dirsi indignata per le donne che vendono il proprio corpo una come la ministra, visto che anche lei ha fatto una mercificazione del proprio con i calendari e facendo la velina nelle trasmissioni tv. Si noti poi come il ddl contenga delle frasi inammissibili: definire "vergognosi" certi comportamenti è ridicolo in un ddl dello stato, perché i giudizi morali non c'entrano nulla con la gestione della cosa pubblica, a meno che non si voglia tornare all'idea dello stato etico. Dire che la prostituzione spesso finisce in uno stupro è una stupidaggine tipica di chi legge la realtà attraverso le ficition. Allo stesso modo stabilire un legame tra prostituzione in internet e pedopornografia (che cazzo c'entrano le due cose?). Stabilire il rimpatrio accelerato e semplificato per i minori coinvolti in faccende di prostituzione, significa volersi lavare le mani per quello che potrebbe accadere al loro rientro in patria. Un'ultima cosa riguarda la tanto strombazzata laurea della Carfagna. Ora, la signorina è di famiglia ricca e si è laureata in legge a Salerno: cioè è il solito copione della figlia di papà del meridione,  che si laurea brillantemente perché si sa che in certe un'università del sud passare gli esami è più facile, perché se sei di famiglia ricca hai più stimoli  e occasioni formative per laurearti in fretta, perché la buona borghesia meridionale ha mille modi per tutelare i propri figlie "eletti" dalla depressione e dalle fatiche dello studente figlio di operai. Anche geneticamente la Carfagna è favorita, visto il suo aspetto fisico. Io però preferisco sempre il caro vecchio Gramsci, lui che non riuscì neanche a laurearsi, piccolo, gobbo, rinchiuso in carcere perché "bisogna impedire al suo cervello di funzionare per vent'anni" (parole testuali del giudice che lo condannò per il suo dissenso al fascismo). In conclusione: Prestigiacomo, Brambilla, Carfagna, Gelmini: belle (cioè geneticamente favorite), ricche, figlie di pezzi grossi, laureate, brillanti, sono il prototipo antropologico della razza padrona che si sta facendo strada in Italia. Questa razza padrona impedirà ai cervelli dei figli degli operai di funzionare, castrandoli fin dalla scuola primaria, impedirà alla gente povera di andare a puttane, mentre loro faranno le loro porcherie nei bordelli di lusso. Avremo un'Italia antropologicamente divisa in due: chi vive a una velocità maggiore: bello ricco potente e chi, figlio di immigrati e di gente povera, avrà il destino segnato dalla nascita.