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Carfagna come Goebbels?


Non mi soffermo su di un'analisi dettagliata della discussione tra la Carfagna e La Armeni sul tema della prostituzione di strada. Mi ha colpito però un'espressione usata dalla Goretti dei giorni nostri: "Restituire il minore ad una vita degna d'essere vissuta". Sembra una frase sacrosanta, ma si sa, il diavolo si nasconde nei dettagli. Se dici "vita (umana) degna d'essere vissuta" vuol dire che stabilisci che esistono delle vite (umane) non degne d'essere vissute. Questo stabilisce una priorità del politico sulla vita biologica dell'uomo, il che porta il discorso su una bruttissima china. Sapete dove si era già sentita questa brutta frase? nel film di propaganda nazista che giustificava l'eliminazione col gas degli handicappati e degli omosessuali. Si intitolava proprio così: "Vite non degne d'essere vissute". Oggi gli handicappati e gli omosessuali del terzo reich sono le puttane e i puttanieri. Toglierli dalle strade è, simbolicamente, come farli fuori col gas. Eliminarli dalla vista, in una società in cui esisti solo se hai un'immagine, equivale a eliminarli fisicamente. Perché eliminarli, se non fanno alcun danno? E' un'aberrazione dello stato etico, che comincia col definire "vergognosi" alcuni comportamenti umani (niente di più sbagliato, specie per un politico, che usare giudizi morali nell'esercizio del proprio ufficio) e poi inizia a parlare di vite "non degne di essere vissute". E allora, signora Carfagna, geneticamente favorita, sia fisicamente che intellettualmente, perché ritiene che la sua vita sia  migliore e più degna di essere vissuta di quella di una prostituta rumena? Che ne sa lei di cosa c'è nella testa di quella ragazza? Credo che la Carfagna mi risponderebbe, come ha fatto con la Armeni, che dico sciocchezze. Comunque, il problema non è la Carfagna, questa donnicciola di buona famiglia meridionale, di mentalità infimo-borghese,  totalmente inadatta a gestire la vita degli altri; il problema non è lei, il problema è chi l'ha messa lì.