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Victoria Beckam: come ti insulto la povertà


La Beckam, coniuge canterina di un noto calciatore, arriva in Italia e decide che i suoi pargoletti devono avere il meglio del meglio per trascorrere il tempo mentre la mamma è "impegnata" nello shopping (l'attività principale e preferita delle Wags come la signora Beckam: l'acronimo starebbe per Wife and girls, ma a me piace tanto pensare alla somiglianza fonetica con il dialettale "vacs"). Comunque, dicevo, per dare il meglio ai figli ha deciso di offrire 1.000 euro all'ora a un campione mondiale (tipo la Kostner) perché insegni loro a pattinare sul ghiaccio. La pista di ghiaccio naturalmente sarà costruita apposta. Che dire? Un bello schiaffo alla povertà e alla crisi economica. Il mondo dello spettacolo e la mediocrazia hanno creato una nuova aristocrazia, e neanche illuminata. Anche gli abbondanti lifting a cui si sottopongono questi semidei dell'immaginario collettivo, che li trasformano in maschere irreali, fa pensare che il "villaggio globale" stia diventando in realtà una gigantesca tribù modellata sugli schemi delle società primitive, con una razza eletta al comando (più alti, meglio nutriti, con impresso nel fisico, attraverso abbondanti plastiche tatuaggi piercing, il segno della loro superiorità genetica). Al di sotto la massa informe del popolo dei 1.000 euro al mese, precari neanche più proletari perché i figli non se li possono permettere. Ancora più in basso i nuovi schiavi, gli extracomunitari, i neri, gli slavi. Subumani senza volto, carne da lavoro, muscoli, braccia e mascelle.