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la cultura dei reality genera mostri


Lo ha detto Veltroni stasera a Ballarò: gli stupratori di Guidonia sono figli della nostra cultura televisiva, basata sull'autoaffermazione dell'individuo contro tutto e contro tutti. Così i rapporti tra uomo e donna, che in Europa per secoli sono stati temperati dal raffinato codice cortese della servitù amorosa (che non c'entra nulla con gli insegnamenti di Santa Madre Chiesa) o dalle idealità dell'amor platonico, ora sono modellati sull'idea del ratto, dello stupro e dell'sibizione del trofeo. Avere la morosa "figa", o essersi fatti una bella tettona, è per molti maschi la dimostrazione del proprio successo e della propria adeguatezza sociale. L'amore si confonde con la genitalità, le donne sono cose che te lo succhiano e poi le metti al ministero per dimostrare a tutti che te le sei fatte. Quanti passi indietro ha fatto la cultura femminista in Italia con la partecipazione al Grande Fratello della Martani oppure della "tettona"?Non stupisca allora che uno degli stupratori di Guidonia abbia l'identico "look" di Morgan,  il vero "capo" carismatico di X-Factor. Non si può dire che Morgan sia in assoluto un modello etico da seguire. Perché nessuno ricorda che nel 2001 fu coinvolto con l'allora sua compagna Asia Argento in uno squallido caso di pirateria stradale (fuggirono dopo aver provocato un incidente con feriti gravi)? Tornando al rumeno, quel pizzetto caprino è il segno che questi sbandati hanno come unico punto di riferimento la sottocultura dei provini e delle "case" popolate dalle  telecamere, dove ti "imponi" e ti "prendi" la visibilità, sempre a scapito di qualcun altro.  La tv dei reality genera mostri (e stupri).