Mediasetfree

Pertini


Tra gli slogan della manifestazione del centrosinistra contro Berlusconi e il pavido Napolitano, c'era anche "Pertini non avrebbe firmato". Lo slogan è bello e ad effetto, ma, come sottolinea un giornale oggi, non corrisponde al vero. Infatti Pertini firmò, eccome: lui porta la corresponsabilità del famigerato "Decreto Berlusconi", quello che consentì alle reti mediaset di riaprire i battenti in barba all'ordinanza di oscuramento decisa da alcuni magistrati dell'epoca. Se quel decreto non fosse stato emanato, mediaset sarebbe probabilmente fallita, e Berlusconi oggi sarebbe soltanto un ex-imprenditore televisivo. Va poi ricordato che Pertini stesso, per conto suo, prefigurava molti aspetti deteriori dell'attuale manipolazione televisiva del consenso. Perché non ricordare la sua partecipazione al carrozzone mediatico della tragedia di Vermicino? Il suo occhio sempre attento alle telecamere? Il giornale La Repubblica, che oggi appare come una delle poche voci di resistenza civile al populismo dittatoriale, non ha forse contribuito, alla fine degli anni '80, a quella spettacolarizzazione della politica che ha portato alla situazione attuale? Infatti, non fu proprio il quotidiano La Repubblica a dare tanto spazio  alla tv nella cronaca e nei commenti quotidiani? E il settimanale di "Resistenza umana" Cuore, non contribuì forse a quell'imbarbarimento del linguaggio e del sentire politico che trovava sfogo nei voti alla lega? E la lega stessa, alla fine, non fu forse una creazione giornalistica di Lerner, che la sdoganò e la impose a livello nazionale con "Milano, Italia"? Quando, a mente fredda, gli storici cercheranno di capire le responsabilità di questo oscuramento del sentire democratico, dovranno interrogarsi a lungo sulle responsabilità di tanti settori della sinistra, specie di quella Veltroniana, ammanicata con l'industria dell'intrattenimento e dell'informazione televisiva (al proposito consiglio di leggere il saggio "il baratto").