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Emergenza a porte chiuse

Oggi a Venezia, presso la prefettura, c'era un convegno sull' "Emergenza educativa". presenti Berlusconi, la Gelmini, la Marcegaglia e i soliti "saggi" mediatici: Galimberti (filosofo ma non pedagogista), Giavazzi (Giavazzi chi?). Questi ultimi due si sono distinti nel recente passato per aver condiviso il taglio demagogico della campagna contro gli insegnanti fannulloni. Dopo un viaggio estenuante su un vaporetto stracolmo di turisti, mi sono avvicinato bel bello al palazzo della Prefettura. Ero già stato in campo san Maurizio dove doveva esserci un presidio di studenti e insegnanti, ma io ci ho visto solo un mercatino, di manifestanti neanche l'ombra.  Apparentemente anche sul vicoletto della Prefettura non c'era nessuno, ma quando sono arrivato a portata di telecamera, letteralmente schizzano fuori due poliziotti armati fino ai denti che iniziano a dirmi all'unisono "Prego, dica, cosa desidera....". Niente, sto passando...gli faccio io. "non può procedere, la strada è chiusa" "Ah, bene...." "Bene...." "Grazie..." e me ne vado. Si vede che sono nervosi, e allora non insisto. Rifaccio la strada a ritroso, mentre loro mi seguono con lo sguardo, e  mi chiedo che senso abbia un convegno sull'educazione, anzi sull'emergenza educativa, fatto tra giornalisti di grido, filosofi tuttologi, industriali, che stanno lì a farsi i complimenti per la nuova campagna di macelleria sociale; soprattutto mi chiedo quale sia il senso di un convegno sull'educazione fatto a porte chiuse, anzi blindate con poliziotti pubblici e scagnozzi privati con l'auricolare, a tener lontana la "gente", i "manifestanti". Questi milanesi-brianzoli pompati dalla tv sono peggio degli Austriaci, si comportano in tutto e per tutto come un esercito invasore.
P.S. Leggo ora su internet che c'era stata una contestazione di studenti insegnanti e genitori, verso le nove del mattino, già finita quando sono arrivato io. Magra consolazione, ma meglio che niente.