(ANSA) - ROMA, 7 MAG - Se sino a 10-15 anni fa il 60% delle persone che ricorrevano a trattamenti di chirurgia e medicina esterica avevano tra i 30 e i 50 anni, ora l'eta' media si e' spostata a 50 anni, con un circa 8% di over 70enni. E' una delle nuove tendenze emerse durante il convegno della societa' italiana di medicina estetica. ''C'e' stato un vero e proprio cambiamento dell'eta' dei nostri pazienti - ha detto Nicolo' Scuderi, professore di chirurgia plastica presso la Sapienza - ora infatti le fasce piu' consistenti le abbiamo tra i 20 e i 30 anni, tra i 40 e i 60 e i 70 anni''. Gli interventi richiesti cambiano a seconda dell'eta': i giovani vogliono cancellare i loro difetti rifacendosi il naso, il seno o togliendo il grasso in eccesso con la liposuzione, a 40-60 anni invece si vuole ringiovanimento, con interventi di lifting, blefaroplastiche, liposuzioni e chirurgia sul seno divenuto cadente. ''A 70 anni invece - aggiunge Emanuele Bartoletti, segretario della Sime - la richiesta e' di antiaging con filler, blafaroplastiche e botulino. Non mancano quelli che chiedono anche addominoplastiche e liposuzioni. Il difficile da far capire a questi pazienti e' che non si puo' cancellare del tutto l'invecchiamento, ma gli interventi che si possono fare devono sembrare il piu' naturale possibile, in modo da far portare bene la propria eta'''. (ANSA).
Si è concluso a Milano, nei giorni scorsi, il Quarto Simposio Europeo sulla sicurezza della chirurgia estetica del seno: un’occasione per riflettere su quello che resta l’intervento estetico in assoluto più richiesto e caratterizzato da continue innovazioni e offerte del mercato. Proprio questa grande richiesta e questa grande offerta rischiano di far passare in secondo piano la salute rispetto alla bellezza.
“Uno dei pilastri della scelta è quindi il colloquio con la paziente, l’anamnesi e la valutazione radiologica che rappresenta poi il fulcro dei controlli successivi” continua l’esperto. La scelta, del resto, non può prescindere dalle caratteristiche della paziente, come età, altezza, peso, proporzioni e conformazione anatomica (non dimentichiamo, per esempio, che le protesi al seno sono vietate alle minorenni). E non basta guardare all’aspetto estetico: “L’estetica non può prescindere dalla sicurezza e proprio in questo settore è necessario evitare rischi inutili. Non sappiamo ancora, ad esempio, come le staminali e i fattori di crescita possono interagire con le cellule locali” spiega Nava.
Servono, inoltre, più attenzioni nel considerare le donne con un fattore di rischio per il tumore alla mammella: “L’innesto di grasso, ad esempio, va sconsigliato nei casi di una predisposizione genetica al tumore, familiarità, seni con difficile lettura radiologica” conferma il chirurgo.
La chirurgia plastica del seno, infine, influenza anche la diagnosi senologica, ad oggi lo strumento principale per la lotta al tumore: la presenza di un intervento estetico al seno, infatti, deve far scattare un lavoro più approfondito, che richiede un’alta specializzazione. Lo ricorda il Dottor Gianfranco Scaperrotta, Dirigente Medico, Struttura Semplice di Radiologia Senologica, Fondazione IRCCS, Istituto Nazionale Tumori, Milano: “Nei soggetti operati al seno è necessario integrare le varie tecniche per ottenere informazioni il più possibile affidabili.