Malatempora...

La polemica del giorno. Ovvero come prenotare una visita privata e scoprire una sòla.


Ormai sono mesi che latito per strutture ospedaliere e poliambulatori, credevo di aver esaurito la casistica di tutti gli spiacevoli inconvenienti che si possono presentare quando si ha a che fare con la sanità pubblica, anche quando essa viene espletata privatamente, cioè richiedendo una visita specialistica in regime di intramoenia.Mi sono dovuta ricredere. Ho prenotato una visita di quel tipo, "la prestazione deve essere pagata direttamente alla dottoressa che rilascerà la fattura". Va bene, mi sembra serio. In compenso non ti ritrovi un appuntamento a dicembre, in chissà quale posto sperduto della capitale, azzeri l'inconveniente di passare prima dalla cassa del CUP per pagare il ticket, dove trovi sempre l'anziana signora che smadonna per il costo della prestazione o, peggio, la fila che ti impedisce di arrivare in orario alla visita, anche se poi il medico arriva in ritardo per i fatti suoi, e ti tocca aspettare lo stesso almeno tre quarti d'ora.La solerte signorina del collsenter mi conferma un appuntamento, a un solo giorno di distanza, in un poliambulatorio accessibile financo coi mezzi pubblici. Siccome non mi sembra vero, subito dopo aver riattaccato richiamo per avere conferma. La solerte signorina del collsenter un po' irritata per il tempo che le sto facendo perdere, mi ribadisce orario, data, indirizzo e nome dello specialista. Egggrazie.Nella buona sostanza, il giorno stabilito (e confermato) esco con un permesso contrattato con il capo incazzoso, molto prima dell'orario di uscita, arrivo a casa, carico la Signora Madre in macchina, attraverso tre quartieri e arrivo al posto ics. Bello, non c'è nessuno. Sulla porta il cartello "non bussare", e chi bussa? sia mai!Dopo un quarto d'ora mi viene il sospetto che forse lo specialista con cui avevo prenotato la visita attraverso l'efficiente collsenter, non fosse ancora arrivato.Dopo mezz'ora il dubbio si trasforma in certezza. Dopo tre quarti d'ora (e dopo aver chiesto a ogni persona munita di camice circolante al reparto) mi incazzo come una biscia, ed è proprio in quel momento che arriva lei, l'infermiera, che candidamente mi prende per COGLIONA: "la dottoressa è in ferie".EEEEEEEEEH?????????Sì, in ferie, hai capito bene. Attimi di convulsa disapprovazione hanno animato la sala d'attesa comune anche al reparto di diabetologia. Le vecchiette m'hanno dato man forte unendosi per solidarietà alla mia indignazione. Magra consolazione... ma di fronte a questi allucinanti disservizi cosa avreste fatto, se non andare a prendere il gelato con la Signora Madre alla gelateria di zona dove fanno la cioccolata da paura?