5° Memorial Salsi

Post N° 341


La Rubrica “Il Braccio” è lieta di offrire:Una serata di straordinaria FolliaDal nostro inviato Carlo AprileUno scontro epico. Una di quelle partite che “solo quando ero giovane io” direbbe il nonno. La serata inizia col meteorologo che avverte tutti: vento e pioggia, pioggia e vento. Così anche il clima si diverte a creare l’atmosfera da grande avvenimento: dalla tribuna intitolata alla memoria di Riccardo Salsi si capisce chiaramente che neppure l’arbitro Nicoletti, sebbene sia internazionale da un decennio e tutto il mondo riconosca le sue abilità, può far rimbalzare il cuoio sul cemento della Pista. Ci prova, l’uomo che con le sue fischiate ha meritato il soprannome di “Collina della Rosta Nuova”.  Ma il Molten che lascia cadere ripetutamente non ne vuol sapere di tornare tra le sue braccia. “Pericolo acquaplanning” sentenzia l’uomo in giallo. “Nessun timore”, urla l’organizzazione. Tutti a Borzano. Così inizia una pagina sportiva che avrà da raccontare intense emozioni. Elettroultra contro Gymnasium. La rivincita che nemmeno Milan- Liverpool. Dai tempi dei Romani e dei Cartaginesi uno scontro non appassionava così tanto il mondo intero. Da una parte Dossi, il condottiero di mille battaglie, col suo carico di talento. Dall’altra Samu Ferrari, un gigante che a memoria umana non se ne vedeva dai tempi di Sansone. Con Dossi, a mò di fido scudiero, si stagliava fiero Cuppone, il ragazzo cresciuto a pane e anticipi netti sull’avversario. Dietro le grandi spalle di Ferrari saltellava inquieto e ben protetto Tedeschi, tutto intento a controllare la reattività delle ginocchia e il tasso alcolemico nel sangue. Sugli spalti, impettito e col fisico prigioniero di una strettissima “girocollo” c’era il “Boss” Riccardo Salsi, intrattenitore di prima categoria. Pensava lietamente al suo fine serata al night e nel mentre sparava improbabili quote SNAI sulla partita (termine alquanto riduttivo) che di lì a poco sarebbe iniziata. Il pubblico intanto si accomodava alla balaustra. Nicoletti rigirava tra le mani il fischietto e avvertiva la pressione. La sua mente elaborava un sola riflessione: “E se mi ammazzano la mia collezione di album Panini che fine farà”? Ma poi il suo senso del dovere lo richiamava al compito per cui la mamma lo ha messo al mondo: arbitrare le grandi sfide del Memorial. Così inizio partita fu. Le due squadre si studieranno, direte voi. Qualche minuto per capire i pericoli e le insidie che può creare l’avversario. Macchè. Pronti via ed è subito gol, una saetta Vecchi che accende il Colosseo Borzanino. Il rumore generato dal pubblico è assordante, l’entusiasmo è alle stelle. Il match prosegue sull’onda di una fisicità quasi rugbystica. Le spalle si allargano, le mischie si accentuano, le scivolate abbondano. In questa bolgia da età paleocristiana t’aspetti solo di veder sbucare nell’arena anche Ben Hur con la famosa biga trainata dai cavalli. Nicoletti implorante getta lo sguardo alla balaustra verso l’Imperatore Tarquinio Salsi ma il suo pollice verso è chiaro sintomo che gli Dei non faciliteranno il compito del nostro internazionale. Vola qualche cartellino giallo ma a volare in maggior numero sono gli stinchi e le bestemmie dei giocatori in campo. I “t’espella t’espella” non servono più. I tori dentro l’arena continuano nel loro incessante scornamento, solo il morto potrebbe placare la loro sete di sangue. Anche il mansueto Casoni si getta agli sgarletti del provocatorio Vecchi. Crescenzo non è da meno e pensa bene di andare ad assaggiare i pugni di capitan Dossi. Nel mentre succede che si gioca anche a calcio ma questo non interessa più a nessuno. Sulle tribune un preoccupato Violi cerca invano di contattare un domatore di tigri o quantomento un torero di Pamplona ma a quell’ora sono già tutti a letto. Il tempo però gli viene in aiuto. I quaranta minuti sono volati via. Tra un cazzotto e una testata, tra un calcione e una minaccia il destino ha disegnato un tre a due che obbligherà Ferri e compagni alle Forche Caudine della finale terzo-quarto posto. Si spengono le luci a Borzano. La gente, esaltata e soddisfatta dal confronto, sfolla tranquilla avviandosi verso casa.Gli occhi dei componenti del comitato Memorial si incontrano. Ognuno di loro si rilassa e tira un sospiro di sollievo. Anche quest’anno non c’è scappato il morto. Fuori dalla palestra inizia la “Torcida”, Miky Ferrari sciupa in due minuti tutti i Raudi avanzatigli a Capodanno. Ma la notte, la lunga notte del Memorial, ha sciorinato tutti i suoi personaggi e le sue emozioni. Non rimane che andare a letto. Questo resoconto del match è stato espressamente voluto da Marco Dossi che ha interamente stipendiato la troupe giornalistica a seguito di Carlo Aprile. Speriamo che il tono sia sufficientemente epico e susciti emozioni al nostro Mecenate. Saluti