Gocce di rugiada

LA MIA PRIMA GISELLE


E' maledettamente difficile tradurre in parole le emozioni. Si possono mettere insieme svariati termini, nella maniera più sofisticata e poetica possibile, ma credo che non si riesca mai a spiegare e trasmettere fino in fondo l'orgasmo dei sensi.Giselle è, così come Il lago dei cigni, il balletto per antonomasia. Per gli appassionati di danza classica, per i ballettomani come me, non aver mai visto dal vivo, almeno una volta nella vita Giselle, è da considerarsi peccato mortale.L'avevo sempre visto in video questo balletto; la sera dello scorso 25 febbraio ho potuto finalmente vederlo dal vivo. A Napoli, in un Teatro San Carlo che ha ritrovato un pò del suo antico splendore grazie ai lavori di restauro, Giselle è interpretata da Alicia Amatriain e Albrecht dal mio amato Roberto Bolle. Accompagnati dal Corpo di Ballo sancarliano e dall' Orchestra diretta dall'affascinante e raffinato maestro David Garforth. Scenografie mozzafiato e realiste, costumi curati nel dettaglio.Alicia Amatriain non è la Giselle inarrivabile di Carla Fracci, né quella magistrale di Alessandra Ferri e neppure quella eterea e un po' patetica di Svetlana Zakharova. E' una Giselle dolce, delicata. Convincente. Canonica direi. Roberto Bolle è un Albrecht virile e maturo. Il Corpo di Ballo è in forma e da grande prova di sé. La bacchetta di Garforth non fa una piega, la musica di Adolphe Adam trasporta in una dimensione ultraterrena.Bucolica spensieratezza, ingenuo erotismo, gelosia, tradimento, follia, morte, fantasmi e...amore, amore e ancora amore. Amore eterno, destinato a perdurare anche dopo la morte. Amore fedele. Amore puro. Amore vero. Tutto questo, e molto altro, è Giselle.
La danza non consiste solo nel salire sulle punte e nell'eseguire strani movimenti come gli arabesque, i développé, i grand jeté. La danza non è uno sport. La danza è un'arte e come tutte le arti racconta sentimenti, storie di vita. E trasmette emozioni. Emozioni indescrivibili.Gli artisti, che strane creature! I ballerini sono artisti che in scena travolgono, coinvolgono, divertono, commuovono calandosi nei panni di diversi personaggi, ora misteriosi e sensuali, ora principeschi e favolosi, ora mitologici e prepotenti. Fuori dalla scena invece appaiono stralunati, talvolta schivi, irascibili e capricciosi, ma solitamente gentili, dolci e disponibili. Sempre fortemente timidi. Rientrando nella dimensione umana, non perdono quel germe di divinità che l'arte ha seminato in loro e che li permette di trasmettere emozioni anche fuori dalla scena. E' questa l'impressione che mi ha dato Alicia Amatriain, quando l'ho incontrata dopo lo spettacolo. E' questa l'impressione che mi ha dato Roberto Bolle, in questa sesta volta che ho avuto il piacere di vederlo dal vivo. In quest'occassione in cui, con infinita gentilezza e disponibilità, mi ha dedicato un briciolo del suo tempo, ascoltando ciò che avevo da dirgli, accettando ciò che avevo da dargli. Che emozione parlare con un mito (il mio mito poi!), un uomo idolatrato dal nord al sud, dall'est all'ovest del mondo per la sua nobile arte e scoprire che è un ragazzo puro e semplice. Di una semplicità impressionante e quasi imbarazzante.Non credevo che la mia prima Giselle sarebbe stata così magica.IO CON ROBERTO BOLLE:
IO CON ALICIA AMATRIAIN: