Un balletto può suscitare emozioni forti anche se non viene rappresentato in un teatro mozzafiato, con scenografie imponenti, con un grande corpo di ballo compatto e coordinato, vestito di mille colori e luccichii, accompagnato da un' egregia orchestra. L'importante è che la coreografia sia geniale e che ad interpretarla siano artisti eccelsi, di quelli che l'arte ce l'hanno scritta nel DNA. Non importa quanti siano. A volte ne bastano solo due per compiere il miracolo. Un miracolo a cui ho assistito ieri, 6 novembre 2009. Un miracolo chiamato "Three Solos and A Duet", compiuto da due mostri sacri della danza: Mikhail Baryshnikov e Ana Laguna, ma anche da tre grandi coreografi: Aleksej Ratmanskij, Mats Ek e Benjamin Millepied. Un miracolo che in Italia era già stato compiuto a Milano, a Roma, a Civitanova Marche e che ora aspettava di essere compiuto a Napoli. Il Teatro San Carlo, nuovamente chiuso per lavori di restauro, riaprirà i battenti il prossimo gennaio e si sposta per l'occasione al vicino Teatro Politeama, un teatro dalle vaste dimensioni, ma non certo pensato per il balletto e neppure minimamente paragonabile al Massimo napoletano (glorioso per storia e bellezza), comunque ideale per le situazioni, per così dire, d'emergenza. "Three Solos and A Duet" è un composto di quattro coreografie, tre assoli e un passo a due, come lo stesso titolo fa intendere, indipendenti l'una dall'altra ma in realtà collegate da un filo sottile. Scenografia povera, all'apparenza inesistente: una tetra parete, una scarpa, una sedia, un tavolo, un tappeto. Oggetti con un significato ben preciso, perché "Three Solos and A Duet" è un balletto "simbolista", "incentrato sulla poetica degli oggetti", come qualche raffinato giornalista ha spiegato. Sapientemente studiati i giochi delle luci. Meravigliosa la musica, un po' classica e un po' moderna, composta da diversi autori, registrata e non eseguita dal vivo dall'orchestra (come solitamente avviene negli spettacoli tersicorei). Due interpreti: Mikhail Baryshnikov, sessantuno anni e non sentirli affatto, è uno dei più grandi ballerini della storia della danza (e il più grande ballerino vivente come è stato definito dal Times). Russo di nascita, statunitense d'adozione, è l'unico danzatore ad aver eguagliato il divino Nureyev. Tecnica prodigiosa e mimica inarrivabile. Protagonista di due dei più belli e premiati film incentrati sul mondo del balletto: "Il sole a mezzanotte" e "Due vita, una svolta", quest'ultimo gli è valso una nomination all'Oscar come miglior attore non protagonista. Donnaiolo, amato da ballerine e attrici come Isabella Rossellini e Jessica Lange (la quale gli ha anche donato una figlia), è stato il fidanzato di Sarah Jessica Parker nella fortunatissima serie "Sex and the City". Per nulla al mondo potevo perdermi l'occasione di andare a vedere dal vivo questo mito vivente. Ana Laguna, spagnola, compagna e musa di Mats Ek, è invece una ballerina che conoscevo poco e niente e che mi ha letteralmente incantata. Eccellente nella mimica, fluida nei movimenti. Un corpo non più sottile ma morbido e agile. Un volto affascinante, incorniciato da lunghissimi capelli grigi.
RITROVARSI A POCHI METRI DA UN MITO
Un balletto può suscitare emozioni forti anche se non viene rappresentato in un teatro mozzafiato, con scenografie imponenti, con un grande corpo di ballo compatto e coordinato, vestito di mille colori e luccichii, accompagnato da un' egregia orchestra. L'importante è che la coreografia sia geniale e che ad interpretarla siano artisti eccelsi, di quelli che l'arte ce l'hanno scritta nel DNA. Non importa quanti siano. A volte ne bastano solo due per compiere il miracolo. Un miracolo a cui ho assistito ieri, 6 novembre 2009. Un miracolo chiamato "Three Solos and A Duet", compiuto da due mostri sacri della danza: Mikhail Baryshnikov e Ana Laguna, ma anche da tre grandi coreografi: Aleksej Ratmanskij, Mats Ek e Benjamin Millepied. Un miracolo che in Italia era già stato compiuto a Milano, a Roma, a Civitanova Marche e che ora aspettava di essere compiuto a Napoli. Il Teatro San Carlo, nuovamente chiuso per lavori di restauro, riaprirà i battenti il prossimo gennaio e si sposta per l'occasione al vicino Teatro Politeama, un teatro dalle vaste dimensioni, ma non certo pensato per il balletto e neppure minimamente paragonabile al Massimo napoletano (glorioso per storia e bellezza), comunque ideale per le situazioni, per così dire, d'emergenza. "Three Solos and A Duet" è un composto di quattro coreografie, tre assoli e un passo a due, come lo stesso titolo fa intendere, indipendenti l'una dall'altra ma in realtà collegate da un filo sottile. Scenografia povera, all'apparenza inesistente: una tetra parete, una scarpa, una sedia, un tavolo, un tappeto. Oggetti con un significato ben preciso, perché "Three Solos and A Duet" è un balletto "simbolista", "incentrato sulla poetica degli oggetti", come qualche raffinato giornalista ha spiegato. Sapientemente studiati i giochi delle luci. Meravigliosa la musica, un po' classica e un po' moderna, composta da diversi autori, registrata e non eseguita dal vivo dall'orchestra (come solitamente avviene negli spettacoli tersicorei). Due interpreti: Mikhail Baryshnikov, sessantuno anni e non sentirli affatto, è uno dei più grandi ballerini della storia della danza (e il più grande ballerino vivente come è stato definito dal Times). Russo di nascita, statunitense d'adozione, è l'unico danzatore ad aver eguagliato il divino Nureyev. Tecnica prodigiosa e mimica inarrivabile. Protagonista di due dei più belli e premiati film incentrati sul mondo del balletto: "Il sole a mezzanotte" e "Due vita, una svolta", quest'ultimo gli è valso una nomination all'Oscar come miglior attore non protagonista. Donnaiolo, amato da ballerine e attrici come Isabella Rossellini e Jessica Lange (la quale gli ha anche donato una figlia), è stato il fidanzato di Sarah Jessica Parker nella fortunatissima serie "Sex and the City". Per nulla al mondo potevo perdermi l'occasione di andare a vedere dal vivo questo mito vivente. Ana Laguna, spagnola, compagna e musa di Mats Ek, è invece una ballerina che conoscevo poco e niente e che mi ha letteralmente incantata. Eccellente nella mimica, fluida nei movimenti. Un corpo non più sottile ma morbido e agile. Un volto affascinante, incorniciato da lunghissimi capelli grigi.